L'interrogatorio

Prostituta picchiata e sequestrata, dal gip il gestore del Barcollo di Albissola fotogallery

Il 46enne Alessandro Gallinari ha dato la sua versione dei fatti e ha respinto le accuse

Savona. E’ stato interrogato questa mattina in tribunale Alessandro Gallinari, il quarantaseienne arrestato venerdì scorso nell’ambito di un’indagine dei carabinieri di Savona insieme a tre fratelli albanesi, Ledjan, Gentjan e Aleksander Bacuku, con le accuse (a vario titolo e in concorso) di sequestro di persona, rapina, lesioni gravi e sfruttamento della prostituzione. Secondo quanto ricostruito dai militari, l’uomo, che fino a pochi mesi fa era titolare del bar Barcollo di Albissola Marina, avrebbe aiutato i tre stranieri a dare una lezione ad una prostituta ventiseienne, anche lei albanese, che – questa la tesi degli inquirenti – loro sfruttavano ed aveva manifestato l’intenzione di uscire dal quel giro.

Per questo, nella notte tra il 29 e il 30 novembre scorso, la ragazza sarebbe stata chiusa in un appartamento della zona di via Gentile ad Albissola Marina, legata, picchiata, presa a cinghiate e sequestrata per ore. Un’azione che doveva servire come ammonimento, per dissuadere la donna dall’idea di smetterla con la prostituzione (visto che metà dei suoi guadagni – una media di circa 600 euro a notte – secondo l’accusa andavano ai suoi sfruttatori), e che aveva rischiato di finire in tragedia. La ventiseienne infatti quella sera era precipitata dal terrazzo della casa, dal terzo piano, e si era salvata perché la caduta era stata attutita dai fili per stendere i panni.

A quel punto la giovane era stata caricata di peso in auto, pare avvolta in un tappeto, e poi portata in stazione a Savona da dove un amico, estraneo ai fatti, l’aveva accompagnata in auto all’ospedale di Sanremo dove aveva spiegato che a procurarle le contusioni (compresa una ferita da taglio) era stato un cliente. Un racconto che, secondo i militari (l’indagine è stata coordinata dal maggiore Dario Ragusa comandante della Compagnia di Savona, e dal tenente Matteo Ettore Grasso, che guida il reparto radiomobile), era falso e serviva a coprire i suoi aguzzini dei quali la ragazza aveva paura.

Grazie alle telecamere di video sorveglianza del comune di Albissola, i carabinieri sono riusciti a ricostruire i movimenti di quella notte, successivi alla caduta della donna. Nei filmati si vedono due auto: l’Hummer di Gallineri e una Opel, di uno dei fratelli albanesi, che si allontanano insieme dalla zona di via Gentile dirette verso Savona. Secondo l’accusa in una delle due vetture c’era la ragazza ferita, mentre l’altra le faceva da staffetta per evitare che le forze dell’ordine potessero intercettarla.

Questa mattina, durante l’interrogatorio davanti al gip Fiorenza Giorgi (il giudice che, su richiesta del pm Vincenzo Carusi, ha firmato le quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere), Gallinari ha scelto di rispondere alle domande.

Secondo quanto trapelato, il barista, che era accompagnato dal suo legale, l’avvocato Alessio Di Blasio, ha raccontato la sua versione dei fatti ed ha respinto le contestazioni della Procura. In particolare Gallinari avrebbe ammesso di aver accompagnato la ragazza nell’appartamento degli albanesi, ma solo per fare un favore a degli amici, senza sapere quello che avevano intenzione di fare. Insomma l’uomo avrebbe ammesso la conoscenza con gli albanesi, ma avrebbe negato di essere a conoscenza della loro attività illecita e, a maggior ragione, di aver avuto un ruolo nel giro di sfruttamento della prostituzione. Dichiarazioni che ora saranno vagliate degli inquirenti.

Gli interrogatori dei tre fratelli albanesi, invece, sono stati tutti fissati per rogatoria e quindi saranno ascoltati dai magistrati genovesi e imperiesi. In attesa di analizzare le versioni di tutti gli arrestati, gli accertamenti dei carabinieri e della Procura proseguono per cercare di ricostruire in dettaglio cosa sia successo nel novembre di un anno fa, in particolare se la caduta sia imputabile ad un gesto volontario della ragazza (che voleva scappare) oppure se sia stata accidentale, o peggio, se sia stata provocata dai suoi aguzzini.

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