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Lapide per le Camicie Nere, il sindaco Caprioglio: “Va modificata subito”

"Le iscrizioni realizzate non sono quelle di cui si era parlato durante gli incontri preparatori"

lapide camicie nere Caprioglio Cananà

Savona. “La lapide deve essere immediatamente modificata, le iscrizioni realizzate non sono quelle di cui si era parlato durante gli incontri preparatori”. E’ questa la ferma richiesta che il sindaco di Savona Ilaria Caprioglio ha rivolto ad Enrico Albertazzi, presidente regionale della “Opera Nazionale per i Caduti senza Croce” il giorno dopo lo scoppio del caso della lapide “dedicata” alle Camicie Nere cadute durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale.

La lapide è stata scoperta sabato mattina, alla presenza del sindaco Ilaria Caprioglio, del prefetto e delle altre autorità, all’interno del cimitero di Zinola, nel Campo “V” dei Valorosi, in una cerimonia promossa dall’Opera Nazionale Caduti Senza Croce, e si trova nel punto in cui una colonna tronca ricorda appunto i militari savonesi caduti o dispersi nel conflitto, le cui spoglie non sono mai rientrate in Italia. In quel punto da tempo si trova un piccolo complesso monumentale composto dalla colonna, da una teca che custodisce un albo con i nominativi dei caduti e, a lato, da una lampada sempre accesa. Sabato, grazie al progetto realizzato dall’Associazione, che si è fatta carico dei costi, alla colonna sono state affiancate due lapidi: una sulla destra con l’elenco dei teatri di guerra, e l’altra a sinistra recante l’elenco dei corpi combattenti. Tra questi ci sono, come detto, le Camicie Nere.

Tra le forze armate commemorate nella lapide figurano anche le Camicie Nere: una scelta, quella di inserire anche il corpo della Milizia Fascista, che ha scatenato una ridda di polemiche. [tag name= ‘lapide camicie nere’]

Ieri il sindaco aveva tentato di smarcarsi affermando di “non essere a conoscenza del contenuto delle due lapidi. Il Comune ha ricevuto unicamente la richiesta di poter apporre due diverse targhe, una indicante i teatri di guerra e l’altra le forze armate che hanno preso parte al conflitto”. I dettagli delle due iscrizioni, dunque, sono stati svelati solo sabato, alla scopertura delle lapidi.

Rivolgendosi direttamente ad Albertazzi, oggi Caprioglio scrive: “Non nego il forte imbarazzo per il gravoso equivoco nello scoprimento della lapide, non conforme a quanto ci era stato riferito, e pertanto formalmente formuliamo la presente al fine di richiedere la celere modifica, previa visione da parte dell’amministrazione, della lapide recante il nome dei corpi combattenti posta a sinistra della colonna tronca presso il Campo ‘V’ dei Valorosi, dedicato al ricordo dei militari savonese, in quanto a questa amministrazione (nelle persone del sindaco, del vice sindaco e dell’assessore Santi) nel corso degli incontri preparatori non è mai stato sottoposto il bozzetto dettagliato delle lapidi bensì, solamente, il bozzetto generico recante le scritte ‘elencazione dei corpi combattenti nel conflitto’ e ‘vari fronti di guerra’ rispettivamente per la lapide di sinistra e le la lapide di destra”.

Che il riferimento alle Camicie Nere negli incontri preparatori sia stato una omissione volontaria o una semplice dimenticanza, l’amministrazione chiede oggi l’immediata modifica della lapide stessa. Anche perchè “nella nosta stastica integrativa veniva specificato quanto segue: ‘Nota statistica integrativa. I militari savonesi regolarmente inquadrati nei reparti delle forze armate caduti nella Seconda Guera Mondiale (1940/45) furono 490 compresi i nativi non residenti: 300 militavano nell’esercito, 160 nella marina, 30 nell’aeronautica. La maggior parte risultarono disperi (290) e morti in prigionia. Il corpo che subì le più elevate perdite fu quello alpino (80), il fronte di guerra quello russo (180)’”.

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