Savona. Grande soddisfazione per la ripresa straordinaria della produzione di castagne: secondo la Coldiretti per quest’anno si prospetta la produzione di 30 milioni di Kg (80% in più di 5 anni fa). “Tutti ricordano la crisi e il rischio di scomparsa del castagno dovuta al “Cinipide galligeno” – sottolinea Gabriello Castellazzi, portavoce provinciale dei Verdi savonese -. Poi la scoperta della “lotta biologica” grazie ad un altro insetto, il “Torymus sinensis”, che ha consentito in pochi anni di salvare piante e produzione del prezioso frutto. La “lotta biologica” potrà bloccare adesso dalla distruzione delle palme: un ricchissimo patrimonio “verde”, parte vitale del paesaggio, sotto attacco in tutti i centri della nostra costa”.
“Si potrebbero invocare sanzioni per i colpevoli ritardi nella lotta al “punteruolo rosso” ed è giusto ricordare che la prima legge organica per la tutela delle palme venne emanata il 13/2/2008, seguita dal DM-7/2/2011. Norme ignorate per molto tempo nonostante le sanzioni previste dall’Art.54 del DL-214/2005.
La Regione ed i Comuni hanno agito con una lentezza esasperante nonostante indicazioni chiarissime del DM 2011- Art.8-9-10: “I servizi fitosanitari regionali notificano ai Comuni i piani di azione che provvedono all’attuazione degli interventi, danno la massima diffusione della pericolosità dell’insetto (punteruolo) e delle tecniche di lotta – prevenzione- cura, obbligatorie. Le Regioni possono stabilire inoltre interventi di sostegno”. Sono passati esattamente 10 anni dal primo grido di allarme, ma quando sono iniziati i primi interventi seri?” si chiede l’esponente dei Verdi.
“Adesso guardiamo con tristezza i nostri viali. Le spese di abbattimento e smaltimento obbligatorio di ogni pianta malata si aggira tra 1.500 e 2.000 euro (si pensi all’eventuale spesa di Comuni che hanno un patrimonio di 500 palme). Fino ad oggi la misura efficace per impedire la diffusione del parassita è stata l’intervento con un insetticida specifico, del costo di circa 100 Euro per ogni pianta, con risultati positivi solo quando la profilassi venga fatta per tempo e non con i ritardi che abbiamo visto. Per salvare il salvabile i Comuni, con un coordinamento regionale, dovrebbero attivare appalti comprensoriali capaci di ridurre i costi. Ma la vera soluzione che si prospetta oggi è la “lotta biologica”, come per il castagno”.
La notizia che giunge da Sanremo, confermata nel convegno a “Euroflora”, consiste nel possibile utilizzo, finalmente anche in Italia, dopo le autorizzazioni al suo uso in Francia, del fungo “Beauveria bassiana”. A Nizza e Mentone i trattamenti con il nuovo fungo sono già stati avviati con successo. La “Beauveria bassiana” è un fungo appartenente al gruppo dei “deuteromiceti”, scoperto molti anni fa dallo scienziato Agostino Bassi che lo identificò quale responsabile della malattia del “baco da seta” e ne ipotizzò l’utilizzo come insetticida naturale nella difesa biologica”.
E Castellazzi spiega: “Ecco come agisce: le sue spore riescono a bucare i tegumenti degli insetti, immettendo tossine micidiali e provocandone la morte. Testato sul coleottero killer delle palme ha funzionato e per questo usato al posto dei tossici antiparassitari chimici. A questo punto è doveroso rivolgere un appello a Regione e Comuni che hanno adottando fino ad oggi, spesso in grave ritardo, la profilassi con fitofarmaci, affinché si attivino con con i tecnici del settore per programmare un’azione veramente risolutiva iniziando l’utilizzo della “Beauveria bassiana” debellando definitivamente il micidiale “punteruolo” conclude il portavoce dei Verdi.