L’ormai ex carcere di Savona si aprirà per la prima volta ed in via eccezionale al pubblico grazie all’iniziativa del FAI di Savona, con una serie di visite guidate all’interno della struttura penitenziaria ormai in disuso, alla scoperta dei suoi sette secoli di storia. Questo grazie alla collaborazione con il gruppo FAI Giovani Savona, al patrocinio del Comune di Savona, della Società Savonese di Storia Patria e grazie alla disponibilità e collaborazione dell’Agenzia del Demanio “Direzione Regionale Liguria”, che ha dato via libera all’evento.
Sono previste visite accompagnate dalle 10 alle 17 (ultimo ingresso alle ore 16:30), nelle giornate del 13 e del 14 ottobre. Per i soli iscritti FAI sarà possibile visitare la zona dell’isolamento e la cella dove, secondo la tradizione, fu imprigionato Sandro Pertini situata nella zona più antica dell’edificio.
STORIA – Il carcere sorge in centro a Savona sulla collina del Monticello, nei pressi della Torretta, dove nella seconda metà del Trecento vennero eretti la Chiesa ed il convento di Sant’Agostino. Il complesso, articolato su tre livelli, subisce nei secoli trasformazioni e modifiche. Nel 1473 fra Giovanni Bono,vi impianta per la prima volta, una tipografia dove furono stampati in caratteri metallici numerosi libri. Ad inizio dell’ottocento, a seguito della soppressione degli ordini monastici operata dalle leggi napoleoniche, il convento diventa sede di carcere giudiziario, funzione che ha ricoperto per più di due secoli per venire chiuso solo nel 2016. In epoca fascista, nell’ambito del piano di risanamento della città, la Chiesa, adibita a magazzino del sale, è stata purtroppo demolita per far posto nel 1940 ad un grattacielo di stile razionalista, che sovrasta i due chiostri originari del complesso trecentesco. Nel corso del secolo scorso il carcere ha ospitato al suo interno, storiche figure di antifascisti, quali Ferruccio Parri e Carlo Rosselli, imputati nel famoso processo di Savona del 1927. Il carcere è legato soprattutto alla figura di Sandro Pertini, imprigionato nel 1925 e nel 1941, quando poté rivedere per l’ultima volta l’anziana madre. “Per rivedere mia madre accettai di andare a Savona ammanettato, nel vecchio carcere di Sant’Agostino. Rivedevo la mia città dopo tanti anni (era ricordo, una giornata di sole), tanti anni di dura separazione.
Tra le attività messe in campo dal FAI anche quella del trekking urbano lungo le antiche mura di Savona, con partenza dal carcere Sant’Agostino alle ore 10,30 – 12,00 – 14,30: “Ancora nella metà dell’Ottocento, prima della costruzione del nuovo centro della città era facile vedere e ripercorrere l’antica cinta muraria di Savona. Ad oggi sono ancora tangibili i resti e gli effetti della loro secolare presenza sul tessuto della città. Si parte dalle ultime vestigia rimaste, a ridosso dal carcere, per seguirle virtualmente lungo U fossu (l’attuale piazza Diaz), per poi scendere lungo corso Italia, che in parte ripercorre l’antica passeggiata delle Lizie, il fossato che proteggeva le mura lungo il confine est della città, osservando i punti da dove partivano le antiche vie per Genova, Torino e per Nizza, per arrivare davanti al Priamar e osservare il vecchio tessuto cittadino, fino all’unica torre rimasta, la Torre della Quarda o Torretta, sopravvissuta alla distruzione del 1527 ad opera dei genovesi. Poco più avanti sorgeva la porta di sant’Erasmo, per poi passare all’esterno delle mura, dove una volta sorgeva il castello dello Sperone, ed infine risalire il vico dei Pico, l’unica via superstite dell’antica collina degli stovigliai, rimossa per permettere la costruzione di via Paleocapa”.
Sarà possibile visitare la sede dell’ANMI Gruppo Vanni Folco di Savona situata al piano terra della Torretta E tra gli eventi collaterali: all’interno del carcere sarà allestita la mostra fotografica “Zona d’ombra” a cura degli studenti del corso di laurea in scienze della Comunicazione e Digital Humanities; l’assistenza alla proiezione di immagini e video sarà a cura dell’associazione Varagine.
Durante la Giornata FAI d’Autunno all’ingresso di ogni luogo verrà richiesto un contributo facoltativo, per sostenere la Fondazione.