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Chiusure domenicali dei negozi, il presidente del Consorzio Promotur: “Sarebbe passo indietro”

L'associazione che unisce le aziende del settore turistico-commerciale di Celle contraria alla proposta di Luigi Di Maio

Celle Ligure. “In merito alla proposta di chiusura domenicale degli esercizi commerciali (indipendentemente dalle diverse modalità di applicazione fin qui ipotizzate), il Consorzio Promotur che rappresenta un centinaio di aziende che operano nel settore turistico-commerciale ritiene questa eventuale futura norma un grande passo indietro rispetto ai progressi che le liberalizzazioni del settore hanno permesso di compiere negli ultimi vent’anni”. La presa di posizione arriva dal Presidente del Consorzio Franco Abate.

“La volontà del comparto commerciale, anche quello della piccola distribuzione e dei negozi di vicinato, va in una direzione contraria: aperture più prolungate possibili, insieme a quelle delle attività di somministrazione, per far rivivere i centri storici, che per anni sono stati veri centri commerciali all’aperto, pian piano sostituiti dalla grande distribuzione e in sempre maggiore affanno per la crisi economica che pare ancora senza vie d’uscita, per i costi del lavoro sempre più alti, per affitti e tassazione ormai insostenibili” osserva Abate che aggiunge: “Nei piccoli comuni sarebbe come privare i cittadini di servizi fondamentali e di presidi sul territorio, nei comuni turistici, anche con la ventilata ipotesi di una rotazione, le cui modalità sembrano oscure e difficili da attuare, si tratterebbe di un venir meno di vetrine aperte, negozi illuminati, vie affollate, proposte per i turisti, sempre più esigenti e sempre più difficili da catturare e soddisfare”.

“Ed i mancati introiti da parte degli esercenti, soprattutto di chi opera nella piccola distribuzione ed ha attività familiari, portate avanti fra mille difficoltà? E i lavoratori, soprattutto quelli della grande distribuzione? Chi ha fatto la proposta non pensa che tagliare l’orario di apertura comporti anche un taglio ai posti di lavoro? E chi tutela gli altri lavoratori che sono impiegati in settori non toccati dalla norma, come, e rimaniamo sempre nell’ambito turistico, i pubblici esercizi, gli stabilimenti balneari, le strutture ricettive? Come ha fatto notare il governatore Toti, sarebbe una discriminazione, perché avremmo lavoratori con diritti diversi e l’Italia, con un tasso di disoccupazione così forte, non può permettersi di perdere altri posti di lavoro” aggiunge il presidente del Consorzio Promotur.

“Il comparto commerciale pensa che la messa in atto della proposta non porterà maggiore tempo da dedicare alla famiglia (come, invece, hanno fatto notare le autorità religiose, che dovrebbero forse riflettere su quanta poca dignità c’è nella mancanza di lavoro più che nel lavoro domenicale), ma la morte dei piccoli esercizi, la crescita della disoccupazione, a tutto vantaggio di un solo grande protagonista, l’e-commerce che, a differenza dei negozi tradizionali, non ha e non avrà alcun vincolo o limitazione. Associazioni di categoria e sindacati dei lavoratori dovrebbero essere uniti in una battaglia comune, perché il lavoro domenicale e festivo, se ben retribuito e regolamentato, può aumentare il reddito e la disponibilità di posti di lavoro: tornare agli anni ’80 non porterà benefici né alle categorie economiche né ai cittadini. Quello che è necessario pretendere è una tassazione più equa, costi del lavoro finalmente sostenibili, tutto nel rispetto della contrattazione collettiva e dei diritti dei lavoratori” conclude Abate.

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