Savona. Non arriverà prima del prossimo 15 gennaio la sentenza del processo per diffamazione che vede sul banco degli imputati il sindaco di Pontinvrea Matteo Camiciottoli e come parte civile l’ex presidente della Camera Laura Boldrini.
Questa mattina, in occasione della prima udienza del processo, i due si sono trovati per la prima volta faccia a faccia in aula dove entrambi hanno scelto di essere presenti. Per il momento, però, il processo non è ancora entrato nel vivo: oggi il giudice si è limitato ad ascoltare le eccezioni preliminari delle parti ed a valutare le richieste di ammissione a parte civile di alcune associazioni che tutelano le donne (alla fine ne sono state ammesse cinque su sei: Unione Donne Italiane, Differenza Donna, Se non ora quando, Donne in rete e Centro per non subire violenza, esclusa invece Aps Rebel Network). Per la sfilata dei primi testimoni bisognerà appunto attendere il prossimo 15 gennaio quando, salvo ritardi, ci sarà anche la discussione.
Tutto verte su un post fatto dal sindaco leghista di Pontinvrea nel novembre 2017 su Facebook nel quale, riferendosi agli stupri avvenuti su una spiaggia di Rimini, aveva proposto di far scontare ai colpevoli i domiciliari “a casa della Boldrini, magari le mettono il sorriso”. Un post che aveva da subito scatenato furibonde polemiche (nel ring finì anche Enrico Mentana, che diede del “cretino” al sindaco), condite da reciproche minacce di querela e culminate effettivamente in una denuncia da parte di Boldrini. Querela che era poi sfociata nel rinvio a giudizio del sindaco leghista.
E questa mattina, in occasione della prima udienza, Laura Boldrini ha voluto essere presente in aula (nelle foto è quella seduta alla destra del pubblico ministero). “La cosa più sconcertante – ha affermato – è che un messaggio così violento e truculento sia stato lanciato da un sindaco, che ha responsabilità pubbliche e politiche. Mi ha augurato lo stupro per ‘farmi tornare il sorriso’: mi chiedo allora come una persona con questa sensibilità possa tutelare gli interessi della sua comunità. Ho voluto essere presente per stigmatizzare questo modo di fare politica. Per una donna è sempre una scommessa rispetto al sessismo e alla volgarità, penso non si possa fare più finta di niente. Quindi ho deciso di mettere in atto iniziative simili in tanti tribunali proprio per sottolineare che non si può arrivare ad augurare lo stupro ad un’avversaria politica: questo l’ho visto solo in contesti di guerra, in una democrazia è inaccettabile”.
La “partita” si giocherà su alcune parole precise, “magari le mette il sorriso”. Un invito allo stupro oppure no? “No, intendevo solo dire che se le mandavamo gli immigrati a casa era contenta perchè li vuole tutti in Italia – si è difeso Camiciottoli – Sono dispiaciuto per il fatto che si sia tentato di far passare il messaggio che ho incitato allo stupro di qualcuno. Chi mi conosce lo ha già escluso, ma i media che hanno rilanciato la notizia hanno dato un’immagine sbagliata della mia persona. Io non incito assolutamente allo stupro di nessuna donna, anzi penso che gli stupratori vadano messi in galera e debbano subire la castrazione chimica; io contestavo invece, e contesto tuttora, un modo di fare politica dell’onorevole Boldrini verso l’immigrazione che secondo me non ha senso”.
Nessun sessismo, insomma, ma solo quella che il legale di Camiciottoli definisce in aula “aspra polemica politica”: “Era un momento in cui succedeva quasi un delitto al giorno a carico di migranti, e Boldrini non ha all’epoca mai speso una parola su questo. Se si fosse chiamato Piero Boldrini avrei adottato lo stesso identico atteggiamento, avrei detto ‘prenditeli ai domiciliari a casa tua così magari ti rimettono il sorriso’. Io non distinguo uomo e donna in politica, distinguo le linee politiche. Bisogna essere obiettivi quando si fanno certi ragionamenti: penso che Boldrini lo sappia perchè è una donna intelligente, credo abbia usato questo episodio per portarci qui oggi…”.
“Camiciottoli è un personaggio libero di dire quello che vuole – ribatte Boldrini – ma credo che quel messaggio nei miei confronti sia stato mandato in quanto donna. Non ho mai sentito augurare lo stupro nei confronti di un uomo, mentre l’ho sentito troppe volte delle donne. Lo stupro non fa venire il sorriso, e se un uomo arriva a fare questo è veramente preoccupante. Penso che questa mia azione sia collettiva, lo faccio anche per le nostre figlie perchè non vivano in una società dove si possa ritenere lontanamente che lo stupro è motivo di gioia. ‘Aspra polemica politica’? Il video del MoVimento 5 Stelle divulgato da Beppe Grillo in cui c’era una mia sagoma in auto con la domanda ‘Cosa fareste in macchina alla Boldrini’ è stato un esempio orrendo di esposizione di una donna alla gogna sessista, ne derivò una marea di violenza e sconcezza. Se Camiciottoli si è rifatto a quello si è già qualificato da solo. E la contesa politica non esiste, io all’epoca ero presidente della Camera e non sono mai stata iscritta ad alcun partito. Ho le mie idee, quelle di chi tutela i diritti umani di tutte le persone, di chi difende le donne, è antifascista e fa una battaglia contro l’odio. Ma non per questo possiamo passare ai ragazzi il messaggio che se non sono d’accordo con quello che dice una loro coetanea la possono stuprare… è devastante, da qualsiasi punto venga visto”.