L’11 di ottobre del 1954, dopo la Messa in Santa Maria in Fontibus, un gruppo di ragazzotti al seguito di un sacerdote varcava il portone di quel civico n.° 20 di via Palestro ad Albenga per salire al primo piano, nell’appartamento messo a disposizione dall’Ing. Ennio Della Torre.
Porta antica, massiccia che dava ad un salone capiente che sarebbe diventato l’aula didattica. A destra una veranda adibita a Direzione-Segreteria dalla quale si accedeva a due stanze che sarebbero diventate laboratori di meccanica: questa la prima sede del nascente Istituto Contardo Ferrini per Chimici che in quella data iniziava l’attività.
Ricordi lontani e sensazioni di uno di quei ragazzi che con tante aspettative e qualche apprensione iniziava un percorso di studi che rappresentava una novità assoluta per il ponente ligure. Ricordi che si fanno più vivi oggi, in questo 2018 che segna il cinquantesimo anniversario della scomparsa prematura di quel sacerdote: Don Giacomo Lasagna.
Le difficoltà iniziali ci furono, pur se i docenti ce la mettevano tutta, anche per tenerci a bada in qualche circostanza. Provvidenziale l’autorevolezza dell’Ing. Della Torre che ci insegnava (gratuitamente, pare) scienze naturali. Noi studenti ci impegnavamo abbastanza e Don Lasagna ci seguiva passo passo con discrezione, ma con fermezza.
Essendo un Istituto privato dovevamo affrontare un’ispezione ministeriale per poter ottenere la parifica in modo da non dover sostenere gli esami statali a fine anno. Quel primo anno ci fu negata perché i locali dell’Istituto ritenuti non idonei….Così a giugno ci fu l’esame statale che purtroppo non mancò di fare alcune vittime.
Anno successivo trasloco al Sacro Cuore, da Don Armato. Altra musica! Non s’è capito con quali finanziamenti, ma trovammo il laboratorio di chimica attrezzato e ben fornito di reagenti chimici, un segretario in Segreteria ed aule accoglienti per le due classi…. Arrivò la parifica.
Per il terzo anno altro trasloco nella palazzina ex sede della GIL a Pontelungo. Don Lasagna incominciò a far ristrutturare i locali ricavando aule, uffici, laboratori, officina meccanica (nella quale produceva mobili per ufficio che vendeva per contribuire al sovvenzionamento dell’Istituto diventato Technicum Ferrini).
E’ da quel terzo anno di studi che incominciammo a capire, anche se non in maniera sufficiente, lo spirito che animava don Giacomo, le cose a cui aspirava, ciò che avrebbe desiderato si avverasse nel futuro dei suoi allievi. Non parlava mai degli insuccessi, anche se non di rado bastava guardarlo negli occhi per capire l’assillo che lo opprimeva. Ogni tanto, davanti a quel grande quadro della Madonna della Visitazione che aveva fatto appendere in alto sulla parete di fondo dell’atrio dell’Istituto, compariva una busta di color avana.
Certo, qualche sorrisetto all’inizio c’era stato. Don Lasagna aveva una fede robusta e in quei fogli esprimeva e metteva nelle mani della Vergine le sue ansie pratiche ed apostoliche. Perché sua preoccupazione non era solo quella di dare alla società dei tecnici preparati, ma uomini veri che sapessero andare incontro ed aiutare i loro simili, diventando esempi da seguire. Era severo don Giacomo? Si, ma come un buon padre che vuole educare senza compromessi i propri figli, cercando di plasmarne le coscienze al leale progresso senza cedimenti all’arrivismo egoista.
Poi arrivarono i capannoni delle Rapalline a Campochiesa ed il progetto fino ad allora segretamente vagheggiato poteva gradatamente prendere forma. Perché fermarsi al diploma in chimica od elettronica?(Nell’anno scolastico 1958/59, che vide diplomarsi i primi periti chimici, era iniziato anche il corso di elettronica). Si poteva pensare oltre, ad un polo di studi più elevato così la formazione sarebbe diventata più completa.
Ormai al Ferrini arrivavano ragazzi da varie parti d’Italia e non soltanto dalla Liguria. Con Don Lasagna (laureato in Filosofia e Fisica) iniziavano a collaborare come consulenti professori universitari di fama.. Altri si sarebbero resi disponibili per realizzare il progetto del polo universitario.
Da tanto, forse da sempre, don Lasagna aveva nel cuore il desiderio di poter arrivare ad operare per le Missioni in modo da influire in modo positivo per lo sviluppo ed il progresso di popolazioni disagiate del Terzo Mondo. Sostanzialmente il suo progetto sarebbe stato quello di arrivare a formare tecnici preparati qui da noi ospitando giovani provenienti ad es. da paesi africani. Una volta pronti potevano tornare nella propria patria per contribuire a costruire in loco fabbriche per lo sfruttamento delle risorse naturali locali per la realizzazione di prodotti necessari alla popolazione evitandone la costosa importazione. Favorire così l’emancipazione locale ed il progresso.
Non era il sogno di un visionario; già aveva incominciato ad ospitare all’Istituto Ferrini un ragazzo proveniente dall’Africa, superando non poche difficoltà burocratiche. Il progetto era stato avviato. Ma poi arrivò quel 14 ottobre 1968: la fine della corsa terrena del Prof. Don Giacomo Lasagna.
Al suo funerale la cattedrale di San Michele non riuscì a contenere i presenti che gremirono anche la piazza. Molte lacrime sui volti dei partecipanti e una domanda nel segreto di tanti cuori: ora cosa ne sarebbe stato dell’opera di quell’instancabile educatore coraggioso e del suo sogno da completare?
Il Ferrini ha continuato a formare Periti Chimici ed Elettronici,diventando di lì a poco una succursale del Galileo Ferraris di Savona. Molti ex allievi e docenti con tanta parte della popolazione locale avrebbero sperato che un giorno l’Istituto fosse intitolato al fondatore don Giacomo Lasagna riconoscendone palesemente i meriti indiscussi. Invece, per inspiegabili ragioni politiche e non il Technicum Ferrini è diventato Istituto Galileo Galilei.
Don Giacomo Lasagna nella realizzazione della sua Opera indubbiamente appoggi e riconoscimenti ne ha avuti, ma pure tanti bastoni tra le ruote, anche da chi istituzionalmente lo avrebbe potuto aiutare maggiormente. Nemo profeta in patria?
Indubbiamente tutte queste vicende hanno lasciato nell’animo di tanti noi ex allievi disappunto ed amarezza, ma nessuno potrà mai portarci via ciò che don Giacomo ha saputo scrivere nei nostri cuori.
Domenica 14 ottobre prossimo, in occasione del cinquantesimo anniversario della scomparsa l’Associazione ex Allievi di Don Lasagna commemorerà la figura del Fondatore del Technicum Ferrini con l’apposizione di una targa nell’atrio della palazzina ex Gil, già sede del Ferrini ed ora Liceo Scientifico. Seguirà una Messa di suffragio nella Cattedrale di San Michele
L’Associazione ex Allievi di Don Lasagna invita ex allievi, docenti ed ex docenti e quanti hanno conosciuto o sentito parlare del sacerdote che vogliamo commemorare, a farsi presenti alla cerimonia. Programma della giornata del 14 ottobre 2018 consultabile su www.donlasagna.it.