Per un pensiero altro

 …ecco in agguato…

Per un Pensiero "Altro" è la rubrica filosofica di IVG: ogni mercoledì, partendo da frasi e citazioni, tracce per "itinerari alternativi"

Per un Pensiero Altro

Perchè non provare a consentirsi un “altro” punto di vista?
Senza nessuna pretesa di sistematicità, ma con la massima onestà intellettuale, il curatore, che da sempre ricerca la libertà di pensiero, ogni settimana propone al lettore, partendo da frasi di autori e filosofi, “tracce per itinerari alternativi”. Per quanto sia possibile a chiunque, in quanto figlio del proprio pensiero.

“Le favole dovrebbero essere insegnate come favole, i miti come miti e i miracoli come fantasie poetiche. Insegnare le superstizioni come verità è la più terribile delle cose. La mente del bambino le accetta, ci crede e solo attraverso un grande dolore e forse una tragedia può esserne, negli anni a venire, liberato”.

Chissà se Ipazia di Alessandria presagiva quanto sarebbe accaduto agli ascoltatori della fiaba che stiamo analizzando, comunque: Cappuccetto Rosso si inoltra nel bosco ed ecco che, atteso ed inevitabile, incontra il lupo. Mi sembra doveroso sottolineare che i bambini del medioevo erano ben consapevoli di come fosse fatto un lupo e non avevano nel loro immaginario l’iconografia disneyana, solo un inciso ma è bene non scordarlo. Siamo in una fiaba, non è così assurdo che il lupo parli, ma perchè tutti danno per scontato che sia maschio? Eppure è ovvio: è grande, peloso e pericoloso, evidentemente è il maschile, ciò che più deve temere una femmina che non è più bambina. Il lupo, infatti, non delude le aspettative, però, non mangiando la piccola, sarebbe ovvio, piuttosto, e ditemi se non è assurdo, gentilmente si informa su dove Cappuccetto Rosso si stia recando e, una volta informato sulla sua missione, sempre con aria amichevole e, possiamo dirlo, seduttiva, le suggerisce di raccogliere dei fiori per la nonnina malata.

Tutto normale? La risposta della fanciulla è ancor più illuminante “La mamma mi ha detto di non abbandonare la strada”. Insomma, il problema non è che un feroce lupo nel bosco inviti una fanciulla a raccogliere fiori, ma che l’operazione richieda di abbandonare la via. Mi sembra abbastanza intuibile che l’invito del lupo suggerisca una infrazione alla regola, lascio al lettore immaginare il genere dell’infrazione. Ma ancora più sottile è la replica del lupo che trova una giustificazione per la disobbedienza poichè la fanciulla non la commetterebbe per interesse personale, ma per una gentilezza nei confronti della nonna: se non si riconosce una strategia seduttiva in questo dialogo significa che il subliminale sta funzionando alla perfezione.

Ma l’assurdo non si esaurisce, infatti, mentre la fanciulla è impegnata nella raccolta dei fiori il lupo raggiunge la casa della nonna, senza alcuna difficoltà vi penetra e fa della vecchietta un solo boccone. Ad evitare infondate contestazioni è bene sottolineare che la fanciulla non fornisce nessuna indicazione logistica quindi è logico presumere che il lupo conoscesse l’ubicazione della casa della nonna, ma allora, perchè solo ora si risolve a recarvisi ed a mangiare la vecchietta? E poi: perchè il lupo, che è evidentemente affamato, non si mangia subito Cappuccetto Rosso? Perchè non si appropria della cena che trasportava per la nonna?

Ecco, forse ora qualcosa di non così normale comincia ad apparire, ma nulla confronto al fatto che un lupo, per grande che sia, possa inghiottire “tutta intera e in un sol boccone” una pur minuta vecchietta. E ancora nulla confronto al fatto che il feroce animale si risolva a travestirsi da nonna e ad infilarsi sotto le lenzuola in attesa della ragazza con cesto della cena e mazzo di fiori: che senso ha? Già ha rinviato di mangiarla nel bosco, ma ora, perchè il travestimento? Certo, basta non chiederselo o dare per scontato che sia solo un gioco per una fiaba, ma il gioco non è concluso ed ogni gioco è un linguaggio… dimenticato. Ecco che arriva la piccola, entra in casa della nonna e, vedendo il lupo appena incontrato nel bosco non lo riconosce poichè indossa la cuffietta della nonna, molto probabile non credete? Così può avere inizio un dialogo che anticipa di secoli il teatro dell’assurdo ma che, all’ormai avvisato lettore, suggerisce ben altre considerazioni. Ma questo lo rimandiamo alla prossima settimana…

Per un Pensiero Altro è la rubrica filosofica di IVG, a cura di Ferruccio Masci, in uscita ogni mercoledì: clicca qui per leggere tutti gli articoli

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