Pace fatta?

Sul rimpasto a Savona vince Caprioglio, Toti: “I sindaci hanno diritto di governare come credono, li appoggeremo sempre”

Il presidente della Regione nega i contrasti: "Non c'è mai stato un caso, quando si fa politica è normale avere confronti effervescenti"

Savona. “Con Caprioglio va tutto bene. Caso chiuso? Non c’è mai stato“. E’ un Giovanni Toti in versione “pompiere” quello che a Varazze, intervistato dai giornalisti a margine della presentazione di “Una Liguria sopra le righe”, risponde alle domande in merito al rimpasto in Comune a Savona.

La volontà da parte del sindaco Ilaria Caprioglio di sostituire la forzista e “totiana” Barbara Marozzi con una figura esterna (la milanese Doriana Rodino) e di inserire un nuovo assessore (il civico Andrea Sotgiu) depotenziando un altro forzista, Pietro Santi, ha creato nelle scorse settimane una duplice frattura, sia con i vertici provinciali e regionali del partito che con gli stessi consiglieri e assessori, che più volte ha dato l’impressione di poter far seriamente vacillare la giunta. Comunicati, dichiarazioni, chat segrete, punzecchiate pubbliche e soffiate “ribelli”: nel teatro della politica savonese, in queste ultime settimane, non è mancato nulla. E i fronti erano sempre stati due: da una parte Caprioglio, stufa di attendere l’ok di Toti a un rimpasto chiesto ormai da più di un anno, dall’altra la Regione, intenzionata fino all’ultimo a “blindare” Marozzi spegnendo le velleità del sindaco.

Questa mattina, a Varazze, sono arrivati un abbraccio pubblico (nella foto in alto) e parole che cambiano lo scenario mettendo, forse, la parola “fine” sulla vicenda. “Per noi i sindaci sono un punto di riferimento politico, culturale e amministrativo – spiega – è evidente che hanno il diritto di governare le proprie città come credono, perché mettono la faccia di fronte ai cittadini, e noi li appoggeremo sempre. Poi, siccome siamo per una politica nuova che si dice in faccia le cose e non si chiude nei caminetti, quando c’è qualcosa che ci lascia perplessi lo diciamo. Dopo di che, però, si va avanti tutti insieme a cambiare la Liguria”.

Il dualismo, insomma, secondo il governatore sarebbe stato “ingigantito” oltre le sue reali proporzioni: “Quando si fa politica – afferma – quando ci si confronta tutti i giorni, quando dal 30% di una regione si arriva a governarne il 90% in tre anni, quando si cerca di fare tanto, cambiare tanto e dare una spinta a un territorio che è stato fermo per decenni, è ovvio che questo confronto possa portare a delle… come possiamo definirle… effervescenze nel dibattito tra di noi. Ma i partiti che compongono le nostre coalizioni si sono presentati insieme ovunque anche alle ultime elezioni, e ovunque abbiamo bravi sindaci che tengono le amministrazioni”.

giovanni toti barbara marozzi

Caso chiuso, dunque. O come dice Toti, mai aperto. “Il tema non è Toti o Caprioglio – conclude – ma i cittadini della Liguria a cui abbiamo promesso delle cose e ora le dobbiamo fare”. Con buona pace, a quanto sembra, di Barbara Marozzi, accorsa a sua volta a Varazze da Toti (nella foto qui sopra) ma non in compagnia del suo (ex?) sindaco.

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