Altra prospettiva

Stati Generali dell’occupazione, il Pd: “Più che che alle parate Toti pensi a governare”

"Dalle grandi vertenze alla povertà sono tante le questioni che bisogna affrontare"

Giovanni Lunardon

Regione. “È stata un’altra parata, come ormai accade spesso nell’era Toti. Ma non una parata delle grandi occasioni. Mezza sala vuota al Ducale, praticamente solo addetti ai lavori, poche idee (da parte dell’amministrazione) e tanta noia. Più che gli Stati Generali sembravano i saldi generali”. Così Giovanni Lunardon, capogruppo Pd in Regione Liguria, valuta gli Stati Generali dell’occupazione in corso oggi a Palazzo Ducale a Genova.

“L’occasione della celebrazione erano i 9 mila posti di lavoro in più nel primo trimestre dell’anno. Peccato che erano un parziale recupero dei 20 mila persi nel primo trimestre del 2017 e che si tratta della prima e sola buona notizia dopo due anni e mezzo di calo occupazionale continuo, mentre l’Italia e altre regioni facevano di meglio e molto di più. Senza contare che siamo sotto di 22.000 unità rispetto al picco occupazionale del 2011”.

“Ma non voglio sembrare un pessimista, anche se forse Toti dovrebbe pensare meno alla comunicazione e più a governare. Anche perché le questioni su cui lavorare non mancano. Le grandi vertenze: da Piaggio a Ilva, ad Ansaldo a Bombardier. Sarebbe bene occuparsene e non ignorare le assemblee dei lavoratori come successo con Bombardier. Efficienza energetica e assetto idrogeologico della Liguria. A quando gli investimenti della Regione? Fino a ora si sono visti solo i soldi del Governo (quello vecchio). Edilizia popolare e rigenerazioni urbane: è possibile vedere un euro speso dalla Regione e non solo leggi a costo zero e di dubbio gusto (come quella sull’Erp)? Contrasto alla povertà. È possibile che nella Regione del nord più colpita dalla povertà negli anni della crisi la Giunta non faccia assolutamente nulla per integrare il Rei? E questi sono alcuni esempi per passare dalle parole e dalle parate a (qualche) fatto”.

“Un ultima annotazione. Se si vuole costruire un patto per il lavoro come fatto dalla Regione Emilia Romagna servono tavoli di lavoro con sindacati e categorie, molto ascolto e altrettanta applicazione. I convegni si fanno dopo”.

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