“Alimentar-Mente 360” è una rubrica curata dalla dottoressa Sara Paleologo, biologa nutrizionista, ed ideata per soddisfare a 360 gradi le curiosità dei savonesi in materia di Alimentazione e Benessere. Il tutto con un linguaggio semplice ma sempre mantenendo una lieve impronta scientifica. “Prenderò spunto da eventi che si svolgono a Savona e provincia – spiega Sara – per elaborare articoli in cui verrà affrontato il tema dell’alimentazione (piatti tipici locali, tradizioni e stili alimentari) e del benessere (sia fisico che psicologico), in linea di massima proiettando la trattazione verso gli aspetti che maggiormente promuovono la salute della persona”.
Sabato 7 Luglio, a Rocchetta di Cengio, si terrà la seconda Cena Gluten Free dove verranno proposti cibi e bevande completamente privi di glutine. L’evento vedrà la collaborazione dell’AIC (Associazione Italiana Celiachia) Liguria la quale, con i suoi volontari, controllerà affinché non vi sia alcuna contaminazione durante la preparazione delle pietanze. Scopo della manifestazione è quello di offrire alle persone affette dalla patologia un’occasione per mangiare in totale sicurezza e, al contempo, sensibilizzare l’opinione pubblica su quelle che possono essere le problematiche legate alla celiachia.
La celiachia è sostanzialmente una malattia immunomediata che interessa l’intestino tenue e che, dal punto di vista clinico, si riflette in un’intolleranza permanente al glutine. Le cause sono da ricondurre all’interazione tra fattori ambientali (alimenti contenenti glutine) e genetici (responsabili di una reazione dell’organismo al glutine medesimo); la malattia può presentarsi in modo variabile dallo svezzamento alla pubertà fino all’età adulta.
L’ingestione del glutine e della sua frazione proteica, la gliadina, presente in alcuni cereali (frumento, orzo, farro, segale) determina importanti lesioni a livello della mucosa intestinale con conseguente alterazione della funzione di assorbimento. Il sistema immunitario si attiva in risposta all’introduzione della gliadina (risposta di tipo umorale e cellulo-mediata) determinando un afflusso di elementi infiammatori (linfociti T) nella mucosa intestinale che è a sua volta responsabile di lesioni istologiche più gravi, quali l’atrofia dei villi intestinali e l’iperplasia delle cripte. In alcuni casi, quadri patologici di lunga durata possono complicarsi con l’insorgenza di linfomi.
A livello diagnostico, gli esami del sangue (ricerca degli anticorpi anti-gliadina ed altri) rappresentano la prima indagine da effettuare. Dopo di che il gastroenterologo, in presenza di sintomi quali diarrea, avitaminosi, cefalea ecc e del risultato degli esami ematici, può indirizzare il soggetto ad effettuare una biopsia, che permette la diagnosi di certezza: l’anatomopatologo sulla base dell’osservazione del vetrino effettua la diagnosi determinando la gravità della malattia sulla base della Classificazione di Marsh-Oberhuber.
In caso di diagnosi di celiachia l’unica terapia possibile è l’astensione totale dagli alimenti contenenti glutine (frumento, orzo, farro, segale) e l’utilizzo, facoltativo, di prodotti industriali senza glutine. Colgo l’occasione per ricordare che l’eliminazione del glutine della dieta deve essere effettuata solo ed esclusivamente in seguito ad una diagnosi di malattia celiaca effettuata da un medico. Ringrazio il Dr Yuri MUSIZZANO, patologo pediatrico al Centre Hospitalier Universitaire di Montpellier, per le informazioni relative alla diagnosi anatomopatologica.
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