Albenga. Sono sette le persone indagate nell’ambito dell’inchiesta della polizia stradale di Savona sulle revisioni auto “sospette” che ieri ha portato al sequestro di tre sedi – quelle di Albenga, Finale Ligure e Loano – del “Centro Provinciale Revisioni Arnaldi”.
Oltre al titolare dell’attività, Roberto Arnaldi, sono finiti sul registro degli indagati anche i nomi di alcuni collaboratori del centro revisioni ed alcuni clienti (quelli proprietari dei veicoli che, secondo l’accusa, non sarebbero stati idonei a superare il collaudo).
Secondo quanto trapelato finora, l’accusa contestata dalla Procura (a coordinare l’indagine è il pm Ubaldo Pelosi) è quella di falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici. Alla luce delle presunte irregolarità riscontrate nelle revisioni, adesso i veicoli che hanno ottenuto l’ok alla circolazione nonostante – sempre secondo gli inquirenti – non ne avessero i requisiti (per esempio per i fumi, i freni o i pneumatici non a regola) saranno richiamati per essere sottoposti ad un nuovo controllo.
Nel frattempo le tre sedi del “Centro Provinciale Revisioni Arnaldi” restano sotto sequestro (sono regolarmente aperte le sedi di Andora e Pietra Ligure e quella di Albenga per quanto riguarda l’agenzia di pratiche auto e Arci ed la rivendita di auto ricambi).
Probabilmente, nei prossimi giorni, il legale di Arnaldi, l’avvocato Franco Vazio, lavorerà per chiedere il dissequestro dei locali: “Esiste un’urgenza e una preoccupazione per i lavoratori e per gli impegni a cui l’azienda deve quotidianamente fare fronte” aveva precisato ieri il difensore.