L'analisi

Forza Italia con Tajani anticipa convention di Toti: tra “sgambetti”, equilibri interni e prove di unità

Doppio appuntamento estivo per il partito, diviso dalla correnti interne

ANTONIO TAJANI

Liguria. Lo stato maggiore di Forza Italia è pronto ad arrivare in massa a Genova, venerdì prossimo alle 17, per l’assemblea regionale convocata dal coordinatore e senatore Sandro Biasotti sulla terrazza della sua concessionaria in via di Francia. Nel capoluogo ligure, per la prima volta tutti insieme da quando il centrodestra locale è guidato di fatto dal governatore Giovanni Toti, ci saranno le capogruppo di Camera e Senato, Maria Stella Gelmini e Anna Maria Bernini, il neo vicepresidente del partito e presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, e il portavoce nonché deputato forzista, Giorgio Mulè.

Nei corridoi del consiglio regionale ligure e di quello comunale genovese non può che far discutere la tempistica con cui è arrivata la convocazione dell’assemblea che anticiperà di dieci giorni “Vivaio Liguria”, la prima convention delle liste civiche arancioni che fanno riferimento al governatore Giovanni Toti, primo atto formale in vista della campagna elettorale per le regionali del 2020.

Le riflessioni si concentrano soprattutto sulla doppia convocazione arrivata agli interessati da parte di Biasotti e di Lilli Lauro, coordinatrice metropolitana di Forza Italia: quella che inizialmente doveva essere solo una riunione tra eletti e simpatizzanti alla presenza di Toti, a stretto giro di posta si è, infatti, trasformata in una vera e propria assemblea regionale con ospiti d’eccezione.

La linea ufficiale all’interno dei forzisti liguri è di totale fedeltà sia al partito che al vertice di piazza De Ferrari: l’approdo a Genova dei maggiorenti azzurri è visto come definitivo riconoscimento del “modello Liguria” con cui Giovanni Toti ha conquistato larga parte di una regione tradizionalmente di centrosinistra e della centralità che l’ex delfino di Silvio Berlusconi riveste all’interno partito.

Lilli Lauro, che è consigliere regionale della Lista Toti e comunale di Forza Italia, è “raggiante”, come riporta l’agenzia Dire: “Siamo molto soddisfatti perchè Forza Italia è un grande partito e assieme alle liste civiche possiamo raggiungere tutte le persone che in parte abbiamo perso in questi anni, anche per colpe nostre. L’unione fa la forza e due eventi vicini e complementari fanno vedere alla gente che lavoriamo. La somma deve fare la differenza: vogliamo che uno più uno diventi tre, sotto una bandiera e sotto un colore”.

Inviti e telefonate si susseguono incessanti nelle ultime ore e c’è chi spera di portare sulla terrazza biasottiana 250, 300 persone. “Anche Toti è compiaciuto – sostiene Lauro – speriamo che vengano tutti e molti di più. Noi abbiamo i nostri elettori e non vogliamo perderli”.

Ma c’è anche chi, più velatamente, vede nell’assemblea regionale un tentativo di offuscare l’astro politico, locale e non solo, del governatore ligure. Quantomeno da un punto di vista tecnico. “Non è così semplice in estate portare gente a due iniziative politiche di area simile nell’arco di dieci giorni. E il fatto che Forza Italia abbia anticipato ‘Vivaio Liguria’ è abbastanza strategico”, ragiona un forzista della nuova leva.

Insomma, la “discesa in Liguria” potrebbe anche essere un tentativo dei fedeli berlusconiani di arginare la virata civica totiana. D’altronde, Toti non le ha mai mandate a dire. In primis, durante la diatriba per la composizione delle liste elettorali alle scorse politiche, con l’accusa ad Arcore di non aver tenuto conto dei suggerimenti locali e della nuova classe dirigente formatasi a diretto contatto con i cittadini.

Se non come una vera e propria arginatura, la mossa dei vertici di Forza Italia potrebbe anche essere letta come il tentativo di mettere il capello sull’operazione civica lanciata da Toti nell’ipotesi non così remota che abbia maggior presa sull’elettorato ligure, e non solo, rispetto a un tentativo di rilancio del partito, alle prese con le divisione tra vecchia e nuova classe dirigente. O, per dirla alla ligure, tra totiani e scajolani.

C’è, però, anche un’altra chiave di lettura, che non riguarda direttamente il governatore quanto piuttosto il coordinatore del partito in Liguria, Sandro Biasotti. Dopo la nomina di Tajani a vicepresidente di Forza Italia, infatti, tutti i rappresentanti locali del partito si sentono sotto esame: la convocazione in pompa magna dell’assemblea regionale ligure da parte del senatore non sarebbe altro che il tentativo di fare bella figura e tutelare il proprio ruolo.

D’altra parte, se Biasotti non venisse confermato, avrebbe già pronto il paracadute con l’avventura civica totiana, portandosi dietro molti fedelissimi. In fondo, non è un mistero che l’arancione nel centrodestra ligure sia stato proprio lui a portarlo quando divenne governatore nel 2000.

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