L'angolo dei curiosi

“Creuza de Mao”: il Marco Polo cinese innamorato di De André

"L'Angolo dei Curiosi" è la rubrica per chi è desideroso di vedere, ascoltare, conoscere: ogni giovedì con Daria Croce e Giulia Grenno

L'Angolo dei Curiosi

“L’Angolo dei Curiosi” è la rubrica di IVG a cura di Daria Croce e Giulia Grenno per chi è desideroso di vedere, ascoltare, conoscere, ritrovarsi o dissentire.
A Daria e Giulia piacciono il profumo dei libri, il rumore della puntina che tocca il vinile, il buio in sala quando sta per iniziare un film, l’odore delle cartolerie, il ticchettio della macchina da scrivere, i ritratti in bianco e nero, le prospettive diverse, fermarsi col naso all’insù.
Se ti piace almeno una di queste cose, prenditi una pausa insieme a noi.

Metti un cinese che si innamora della canzone d’autore italiana.

Il ragazzo in questione si chiama Zhang Changxiao, in arte Sean White, arriva in Italia qualche tempo fa, per un master in ingegneria meccanica al Politecnico di Milano.

Ma la vita è come una scatola di cioccolatini, insegna Forrest Gump, e non sai mai quello che ti capita. Così un giorno, passeggiando, Zhang si trova davanti a un negozio e una musica lo colpisce al cuore. La voce gli ricorda Leonard Cohen e il ragazzo si avvicina al commesso per saperne di più.

La canzone è di Fabrizio De André, “Nella mia ora di libertà”.

Zhang vuole approfondire, conoscere il significato dei testi, scopre “Il Testamento di Tito”, si innamora del cantautore genovese. Fa ricerche, ma la versione cinese di Wikipedia non prevede voci dedicate a De André, così decide di scriverne una lui stesso.

Non può tenere per sé una cosa così bella, la vuole condividere con i suoi connazionali.

Compra una biografia di Faber e contatta l’autore. I due si incontrano e lo scrittore gli racconta la storia di De André, tirando fuori dal cilindro anche De Gregori, Gaber, Guccini e molti altri cantautori.

“Mi chiamano il Marco Polo cinese” dice Zhang/Sean, perché in quella musica scopre un mondo nuovo, inaspettato, e vuole farlo conoscere anche alla Cina.

Scrive un libro, “Creuza de Mao”, un omaggio vivo, autentico e sincero al nostro Paese e alla canzone d’autore. “Creuza de mä” è il suo album preferito di De André e gli piace l’immagine di quella striscia di terra che collega il mare alla montagna, perché così si sente anche lui: un collegamento tra l’Italia e la Cina.

La musica è un tappeto volante che viaggia oltre i confini, perché arriva direttamente all’animo umano. La musica, e il suono come sua parte essenziale e imprescindibile, è l’espressione di un sentimento. Ma questa cosa non la dico mica io, che mi limito a giocare con le parole e con la musica.

Lo dice uno che, se a scuola me lo avessero raccontato in questi termini, forse avrebbe catturato maggiormente la mia attenzione. Si chiama Giacomo Leopardi e le sue riflessioni sulla musica nello “Zibaldone” sono così fresche, profonde e appassionate che mi viene voglia di portare anche lui in Cina, insieme a De André, Tenco e Battisti.

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