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Albenga, Ciangherotti si scusa con la famiglia Costa: “Ma i reperti che potrebbero essere stati trafugati”

Nuova puntata della querelle tra l’Istituto di Studi Liguri e la famiglia Costa e il consigliere di Forza Italia Eraldo Ciangherotti

ciangherotti peloso cepolla

Albenga. “Mi scuso con la famiglia dell’avvocato Cosimo Costa che, al suono della sirena, si è subito spaventata al pensiero di avere a che fare con un ladro in casa. Nessuno, tanto meno me, avrebbe voluto creare un simile danno di immagine all’Istituto Studi Liguri. Aggiungo che non servono querele o denunce, involontariamente ho azionato l’allarme e per questo me ne scuso”. Nuova puntata della querelle tra l’Istituto di Studi Liguri e la famiglia Costa e il consigliere di Forza Italia Eraldo Ciangherotti.

Dopo il blitz da loro effettuato ieri mattina a Palazzo Peloso-Cepolla, i quattro consiglieri di minoranza hanno attaccato duramente, avanzando il sospetto che “siano stati messi sotto sequestro o trafugati illegalmente beni dello Stato da parte di qualche personaggio sotto protezione dell’amministrazione”. Affermazioni che hanno mandato su tutte le furie i membri della famiglia Costa che, nel pomeriggio, hanno risposto per le rime, accusando a loro volta i consiglierei di “essere entrati abusivamente nel palazzo ingauno” e annunciando “querele e denunce”.

Oggi arrivano le scuse del consigliere forzista: “Ieri mattina alle 9 mi sono recato, con i consiglieri di minoranza, a fare un sopralluogo a Palazzo Peloso Cipolla, come da mia richiesta autorizzata dal dirigente comunale del patrimonio via Pec. Accompagnato da un funzionario comunale, ho visitato la sala del museo navale che confina con il vicino Salone delle Rappresentanze. Convinto che il salone fosse nella disponibilità del Comune, ho fatto per aprire la porta laterale di servizio, che si è aperta ma ha fatto scattare l’allarme. Per diverse volte ho cercato di richiuderla, convinto che si fermasse la sirena, ma il chiavistello restava bloccato e l’allarme ha continuato a suonare”.

“Girando in tutte le sale aperte, non siamo riusciti a visionare nè la prestigiosa collezione dei vasi in ceramica savonese dell’antica farmacia dell’ospedale di Albenga, nè il museo preistorico, così come l’attrezzatura della prima archeologia subacquea italiana di proprietà dello Stato. Essendo che da mesi ci viene impedito di accedere alle restanti sale del Palazzo comunale, abbiamo il sospetto che, senza che nessuno se ne sia accorto, sia stato trafugato nel tempo qualche reperto storico e pertanto abbiamo denunciato la situazione al comando regionale dei carabinieri per la tutela del patrimonio culturale e chiesto l’intervento dei parlamentari liguri presso il Governo italiano”.

“Se Camillo Costa, che tiene i rapporti istituzionali dell’Istituto di Studi Liguri con l’amministrazione comunale, sapesse per caso dove sono finiti questi reperti, ci contatti subito in modo che si possa informare tempestivamente il ministero, evitando così l’apertura di una indagine”, conclude Ciangherotti.

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