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Poesia, tenerezza e risate inaugurano la rassegna “Teatro in Fortezza” a Finale Ligureevento

Il via con lo spettacolo "Io sono la Luna": appuntamento è per giovedì 28 giugno alle ore 21.30

teatro in fortezza

E’ lo spettacolo “Io sono la Luna” della Compagnia GenoveseBeltramo ad aprire la prima rassegna ospitata dalla Fortezza di Castelfranco Teatro in Fortezza a Finale Ligure. L’appuntamento è per giovedì 28 giugno alle ore 21.30. In scena Savino Genovese – che cura il testo e la regia – e Viren Beltramo.

Teatro in Fortezza ospita tra giugno e settembre 7 spettacoli – più uno fuori cartellone – nella splendida cornice di Castelfranco e fa parte del progetto La fortezza ritrovata, un programma ambizioso che mira a valorizzare Castelfranco ed allo stesso tempo l’offerta culturale e turistica della città.

La stagione “Teatro in Fortezza” intende mettere a disposizione della città uno spazio teatrale estivo tra i più belli di tutta la Liguria restituendo a Finale e ai villeggianti della Riviera, e non solo, un’occasione per godere di spettacoli di qualità e di riappropriarsi di un bene che solo nella fruizione e nella condivisione può trovare nuova vita, dopo anni di mancato utilizzo.

La scelta operata nella stesura del cartellone è stata quella di offrire una panoramica molto diversificata passando dal teatro ‘civile’ che affronta argomenti contemporanei e quotidiani a testi poetici che indagano le grandi passioni, a commedie, alla storia letteraria su cui l’Occidente ha fondato la propria cultura. Un ventaglio di proposte come una lente di ingrandimento – e di divertimento – per leggere la realtà che ci circonda.

“Io sono la Luna” è stato definito uno spettacolo “romantico, malinconico, divertente, toccante e forse inaspettato” (Caterina Matera | Dramma.it) dove risate, tenerezza e poesia giocano a intersecarsi: nulla di strano, il teatro solitamente diverte, emoziona, incanta.

In questo caso però l’argomento che suscita queste reazioni è un tema all’apparenza scomodo e poco ‘trattabile’: l’obesità.

Una parola che si preferisce evitare e che si pensa riguardare solo una piccola parte della popolazione. Ma se si ‘alza’ lo sguardo dallo specifico si scopre, invece, che poco o tanto tocca (quasi) tutti, se si considera l’obesità come una dipendenza e si pensa a quanto si viva, in questi tempi, con la testa nei cellulari, quanto tempo, compulsivamente, si utilizzi per i social, quante volte si acquistino oggetti inutili, quanto spesso si creda che la vita possa cambiare grazie a un gratta e vinci; tutte forme di dipendenza solo meno evidenti e meno socialmente ‘imbarazzanti’.

Lo spettacolo mescola aspetti autobiografici scritti da chi sa cosa significhi essere stato un ragazzo obeso a testimonianze, studi, dati, rilevazioni per raccontare la storia di un uomo e una donna che vivono il proprio percorso sull’obesità in maniera speculare.

Sergio, obeso solo da ragazzo e Melania, obesa solo in età adulta, hanno due vite e due caratteri molto diversi; ciascuno offre allo spettatore il proprio punto di vista, ma soprattutto racconta la propria storia di persona, i propri sentimenti, la propria difficoltà in relazione a uno mali più pericolosi e ignorati del nostro tempo.

La soluzione al problema dell’obesità, sia vera, sia traslata nelle diverse dipendenze, è ancora lontana da venire; lo spettacolo offre un suggerimento, che certamente si innesta in qualsivoglia percorso di presa di coscienza del problema e che ha come fulcro l’amore.

Sottolinea il regista e interprete Savino Genovese: “Perchè fare uno spettacolo sull’obesità? Ci ho pensato lungamente quando un amico mi suggerì di occuparmene. La prima reazione è stata di rifiuto: l’obesità non mi appartiene, non ne sono toccato, posso guardarla dal di fuori, con un occhio distaccato. In seguito, durante lo studio dell’argomento e la stesura del testo, mi sono reso conto che “l’obesità” mi appartiene, anzi appartiene a tutti. Tutti ne siamo contagiati. Dall’infanzia all’adolescenza, dall’età adulta alla vecchiaia. In quello che mangiamo, nei rapporti con gli altri, soprattutto nel modo in cui viviamo. E non possiamo fare finta di nulla”.

Un modo leggero e poetico di riportare l’attenzione su un tema importante che ci tocca da vicino se è vero, come riporta Stephen Roessner, Presidente dell’Associazione Internazionale Studi sull’Obesità che “In Italia oggi, ci sono 5.800.000 persone obese e 20.500.000 persone in sovrappeso. Nel mondo oggi, ci sono 300.000.000 di persone obese e più di 1 miliardo di persone in sovrappeso. Il sovrappeso e l’obesità costituiscono uno dei più importanti problemi di salute pubblica per l’uomo del terzo millennio. Non c’è nessuna nazione al mondo in cui l’obesità non sia in aumento. L’epidemia si propaga a gran velocità. E la cosa più spaventosa è che fino ad ora nessuno è riuscito a fermarla.”

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