Dopo 40 anni

Consiglio regionale, dibattito sulla legge Basaglia: approvato odg su salute e assistenza

La seduta straordinaria del Consiglio regionale dedicata alla legge che portò alla chiusura dei manicomi

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Liguria. “Siamo soddisfatti di aver promosso questa seduta straordinaria del Consiglio regionale sui 40 anni della legge 180, la cosiddetta legge Basaglia: un dibattito di alto valore che, oltre a consentirci di fare un interessante approfondimento sulla storia di quel provvedimento rivoluzionario, si è concluso con la votazione, all’unanimità, di un ordine del giorno presentato dal Gruppo del Partito Democratico e firmato da tutte le forze di opposizione”. Lo affermano i consiglieri regionali Dem.

“Con il via libera a questo odg è stato recepito il patto della salute, promosso nelle scorse settimana da una vasta rete di associazioni di famiglie e operatori, nei sui tre punti fondamentali: il ripristino dell’Osservatorio regionale per la salute mentale presso Alisa, l’attivazione di una Consulta permanente per la salute mentale in ciascuna Asl e l’apertura, presso i diversi servizi territoriali su base distrettuale, di uno spazio di discussione trimestrale. Questo ordine del giorno impegna anche la Giunta ligure a ripensare il sistema della residenzialità, con l’offerta di strutture a diversa intensità riabilitativa e assistenziale e a potenziare l’assistenza domiciliare, le politiche di inserimento lavorativo e il co-housing chiamando in causa il ruolo di Arte. Molti impegni importanti su cui, naturalmente, vigileremo e per i quali abbiamo individuato un preciso cronoprogramma”.

“L’unico punto dell’ordine del giorno che, al momento, è stato stralciato – anche per consentire l’approvazione all’unanimità del documento – è quello sul nuovo sistema tariffario. È evidente che su questo tema Alisa stia svolgendo un ruolo, come ha sancito anche una recente sentenza del Tar dopo il ricorso delle associazioni, che è proprio del Consiglio regionale. Tale manovra tariffaria colpisce le strutture e comporta un aumento dei costi a carico delle famiglie. Quindi su questo punto continueremo la nostra battaglia. Accogliamo, invece, positivamente la disponibilità offerta dalla Giunta regionale ad approfondire in Commissione l’altro nostro ordine del giorno che chiede di sviluppare il tema del bilancio sociale. Si tratterebbe di un’importante innovazione per la nostra Regione, che ci consentirebbe di avviare un’analisi della realtà sociale e ci fornirebbe una strumentazione per programmare politiche sociali il più rispondenti possibile ai bisogni del territorio” conclude il gruppo Pd in Regione.

“Quaranta anni fa si chiudeva definitivamente l’era dei manicomi in Italia. Una ‘rivoluzione’ resa possibile dalla legge 180 del 13  maggio 1978, che porta anche il nome dello psichiatra che la promosse, Franco  Basaglia – sottolinea il M5S ligure. La 180 ha cambiato la gestione della malattia psichiatrica nel nostro Paese, ma oggi il sistema della assistenza è fortemente a rischio. Carenza di mezzi, risorse e personale, investimenti insufficienti sulla psichiatria, mancanza di un piano organico regionale ragionato sul paziente e non su soluzioni di comodo spesso legate a interessi personali o di gruppi già noti: sono queste le principali criticità con cui il settore si trova a fare i conti a quarant’anni dalla legge Basaglia”.

“Non possiamo continuare a lasciare medici e psichiatri in trincea a garantire, da soli e senza fondi, un presidio sociale fondamentale per la nostra regione. Oggi più che mai servono azioni e interventi concreti da parte della Giunta Toti, che abbiamo impegnato con un Ordine del giorno a recepire nei propri atti i contenuti del programma “La città che cura”. Nel testo, approvato all’unanimità, abbiamo posto l’accento sui principali punti previsti dal programma per la costruzione di un patto per la salute mentale”.

“In particolare, il ripristino dell’Osservatorio regionale per la salute mentale sotto Alisa, l’attivazione di una Consulta permanente sulla salute mentale nel territorio di ciascuna Asl, l’avvio di spazi di discussione trimestrale nei vari distretti e territori; ripensare il sistema della residenzialità; sviluppare il tema della vita indipendente, potenziare l’assistenza domiciliare sperimentando con più forza la residenzalità leggera e il social housing; rafforzare il reinserimento lavorativo; rivedere i criteri della regressione tariffaria bocciata dal Tar; migliorare l’accesso alle cure e la qualità dei servizi di salute mentale” conclude il M5S.

Al dibattito di questa mattina è intervenuta anche il consigliere Lilli Lauro: “Chi mi ha preceduto ha centrato bene la questione ma ora dobbiamo andare avanti. La Asl 3 sta facendo un ottimo lavoro perché esiste una comunione d’intenti con la giunta regionale e con tutti noi per integrare socialmente le persone in difficoltà. Partendo da questo ordine del giorno, è necessario sviluppare un lavoro di sinergia tra istituzioni, medici, volontari e famiglie stesse per prenderci cura del paziente nella sua globalità”.

“Anche noi politici dobbiamo lottare per eliminare i preconcetti, dobbiamo aumentare la consapevolezza sugli effetti negativi di atteggiamenti riprovevoli nei confronti di chi ha malattie mentali. Le persone in difficoltà vanno viste anche come risorsa per la società ma spesso la paura genera pregiudizi”.

“Per accompagnare fuori dal tunnel chi porta questo carico di sofferenza è necessaria l’integrazione sociale, la sinergia tra tutti i soggetti coinvolti nella cura e formazione del paziente al lavoro. Per migliorare la qualità della vita dei pazienti, occorre, quindi, un percorso comune, non tanti percorsi scoordinati. Non tante zattere, ma un’intera flotta energica, regionale, per riconquistare alla vita di queste persone che potrebbero essere i nostri familiari o uno di noi”.

L’assessore alla sanità Sonia Viale è intervenuta alla fine del dibattito. Viale ha apprezzato il tenore e il livello degli interventi e ha condiviso con i consiglieri gli aspetti positivi introdotti dalla legge Basaglia. L’assessore ha ricordato che in Liguria ci sono circa 25 mila pazienti presi in carico per problemi psichiatrici, di cui 11 mila sono affetti da dipendenza patologica, e c’è un incremento allarmante di giovani con esordi di patologie psichiatriche. Dobbiamo interrogarci – ha detto – su come fronteggiare questa grande sfida partendo dal concetto che ogni percorso di cura deve essere temporaneo e tendere alla possibilità che anche la persona con un disagio psichico possa avere una vita autonoma e indipendente. La Regione propone, sostiene, valorizza – ha assicurato – ogni percorso che va in quella direzione.

Viale ha quindi illustrato i progetti seguìti dai servizi regionali che combinano il mondo dell’associazionismo, famiglie, disabilità, istituzioni e servizi regionali ricordando, fra gli altri, anche il ruolo dei Dipartimenti Salute mentale e Dipendenze che soprattutto nell’area metropolitana di Genova hanno avuto il massimo sviluppo. L’assessore ha specificato che le dipendenze vengono trattate nella loro globalità e chi accede ai servizi di salute mentale e dipendenze non è necessariamente una persona che ha un disagio psichico, ma si tratta di una modalità di trattamento che evita la ghettizzazione del soggetto che ha un disagio psichico perché viene trattato unitariamente con altri tipi di soggetti. Viale ha ricordato che la Regione ha attuato il modello innovativo di trattamento delle persone autori di reato con disagi psichici aprendo le REMS: una sarà aperta in provincia di La Spezia entro l’anno e già a partire dall’anno scorso è stata aperta una REMS provvisoria a Genova Pra’ dove la permanenza è transitoria. La REMS – ha sottolineato – è l’“extrema ratio” e dovrebbe essere il luogo dei casi più gravi.

Viale ha ricordato, infine, che il Piano sociosanitario regionale, approvato a dicembre, individua l’attivazione in ogni Dipartimento di salute mentale dipendenze di servizi di neuropsichiatria infantile, la mappatura di modulazione dell’offerta residenziale psichiatrica regionale per adulti e minori e, fra l’altro, la definizione di percorsi di cura dei disturbi psichiatrici minori.

Viale ha manifestato condivisione all’ordine del giorno chiedendo, però, un emendamento al dispositivo finale (che è stato poi accolto dai proponenti).

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