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Albenga, Ciangherotti: “Apriamo palazzo Peloso-Cepolla a tutti”

"Promuoviamo davvero Albenga”

Palazzo Peloso Cepolla Albenga Ciangherotti

Albenga. “Dopo aver vinto la battaglia per togliere all’ascensore pubblico di Palazzo Peloso-Cepolla il falso cartello ‘fuori uso’ affisso dalla famiglia Costa per distoglierne l’uso, questa mattina, con Ginetta Perrone, puntuali come un orologio, come promesso, ci siamo presentati al museo navale”. E’ iniziato alle 11 il “tour” dei consiglieri di minoranza di Forza Italia Eraldo Ciangherotti e Ginetta Perrone a Palazzo Peloso-Cepolla di Albenga.

“Per prima cosa abbiamo voluto verificare il percorso che una persona disabile dovrebbe affrontare per salire a visitare le anfore. La porta di accesso al piano terra per le carrozzine, priva della segnaletica per disabili, è chiusa a chiave e le chiavi nella unica disponibilità della famiglia dell’avvocato Cosimo Costa. L’atrio per accedere all’ascensore è occupato come fosse un magazzino con scaffali, libri e sedie che impedirebbero il passaggio della carrozzina. La preziosa collezione di vasi in ceramica savonese dell’antica farmacia dell’ospedale di Albenga, comprendente un centinaio di esemplari, è abbandonata in una stanza chiusa a chiave. E indovinate chi ha l’esclusivo uso delle chiavi? Proprio la stessa famiglia Costa, così come sono nella sua disponibilità le chiavi del salone delle cerimonie”.

“Nel museo, ovviamente, per divieto assoluto imposto all’amministrazione comunale, non esistono linee telefoniche e la connessione-internet è inesistente. Ci chiediamo come possano gli addetti ai musei, non solo quello navale, ma anche quello archeologico e romano, rispondere alle prenotazioni o promuovere il museo via email nelle scuole, tra le associazioni o nei motori di ricerca turistici e culturali. E’ vero che l’Istituto internazionale di Studi Liguri, ad Albenga, si sovrappone alla famiglia Costa per discendenza, se è vero che l’avvocato Cosimo Costa ha lasciato la gestione dei beni artistici dello Stato a favore del figlio Camillo, ma è anche vero che palazzo Peloso-Cepolla è di proprietà comunale e l’istituto di Studi liguri ne è l’ospite, pur con tutta la riconoscenza che gli è dovuta per l’attività di ricerca svolta nel tempo”.

“Il Comune ha speso qualche tempo fa 500 mila euro per ristrutturarlo, 85 mila euro solo per la costruzione dell’ascensore. Un investimento che, nelle intenzioni, doveva servire per rilanciare cultura e turismo, ma i risultati non arriveranno mai se il palazzo, polo museale, viene gestito così. Spiace constatare che l’amministrazione Cangiano abbia abbandonato una realtà così importante per il futuro di Albenga, nemmeno inserita tra le visite dei crocieristi. Visti i risultati deludenti, è ora che per il polo museale si pensi ad un progetto più ambizioso, magari istituendo un comitato scientifico, fatto da storici, esperti di comunicazione, persone che abbiano delle idee per rilanciare il polo museale in chiave culturale e turistica, così come avviene, ad esempio, al museo di Finalborgo. Albenga deve girare in tutto il mondo come città della cultura e dell’arte”, conclude Eraldo Ciangherotti.

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