Insieme

Teatro, musica e prosa, Borgio e Cervo a braccetto: ecco il gemellaggio tra festivalevento

Lo spettacolo 'Moby Dick' farà da apripista ad una collaborazione non più solo promozionale

Borgio Verezzi. Sono “gemellati” da molti anni, ma non avevano mai avuto modo di presentare qualcosa insieme: l’occasione è arrivata e la prossima estate il Festival teatrale di Borgio Verezzi e il Festival internazionale di musica da camera di Cervo proporranno “La leggenda di Moby Dick”, uno spettacolo ispirato al celebre romanzo di Melville e nel quale felicemente si intrecciano parole, note e percussioni.

Un fiore all’occhiello, per queste due eccellenze culturali, che sono tra le manifestazioni più longeve della Liguria: 52 edizioni Borgio Verezzi e 55 Cervo, località accomunate anche dal fatto di essere entrambe tra i Borghi più belli d’Italia. Questa particolare versione del Moby Dick sarà rappresentata la sera del 15 luglio in piazza Sant’Agostino a Verezzi e quella del 3 agosto sul Sagrato dei Corallini a Cervo, come è stato anticipato nella conferenza stampa che si è tenuta ad Albenga, presso Noberasco Boutique di Noberasco spa, anche per il 2018 partner del Festival.

Spiega Stefano Delfino, direttore artistico del Festival di Borgio Verezzi: “Il gemellaggio, sinora, era simbolico e limitato una promozione reciproca. E questo soprattutto per la difficoltà di trovare uno spettacolo che fosse rappresentabile tecnicamente nelle due piazzette, attrezzate in modo diverso, e che legasse la prosa alla musica, meglio ancora se classica. Lo scorso agosto ho visto Moby Dick all’Isola delle Chiatte nel porto di Genova e mi si è accesa la lampadina. Era potente e suggestivo, originale e ben interpretato. Mi è parso l’ideale per essere proposto sia a Verezzi che a Cervo, anche perché non ha particolari esigenze di scenografia o di luci. Ne ho parlato a Walter Norzi, consigliere comunale di Cervo delegato al Festival, ed ha accolto la proposta con entusiasmo”.

Da Cervo in effetti la reazione è stata immediata: “Una semplice premessa è che il Festival Internazionale di Musica da Camera di Cervo è onorato di collaborare concretamente con il Festival Teatrale di Borgio Verezzi – aggiunge infatti Norzi di rincalzo. Da due anni, come Festival di Cervo e dietro suggerimento dell’Assessore Ilaria Cavo, abbiamo deciso di “fare rete” con altri importanti Festival di musica classica del Levante Ligure; ci mancava però il giusto punto di contatto con Borgio Verezzi. Superfluo dire che si avvera un sogno. Insomma, è un dato di fatto: collaborare si può e tutto ciò porta valore ad entrambi i Festival”.

Riadattato in forma di monologo da Igor Chierici, che ne è anche regista con Luca Cicolella (entrambi in scena, rispettivamente nei ruoli di Ismaele, unico superstite della baleniera Pequod, guidata dal capitano Achab, e del ramponiere Queequeg), ha come elemento centrale la musica. Accanto ai due attori, infatti il gruppo Kyoshindo Taiko rappresenta l’equipaggio, impegnato nella caccia alla grande balena bianca, suonando i tamburi giapponesi e due strumenti classici: l’arpa celtica di Federica Magliano e il violoncello di Giacomo Bigi. Spiega Chierici: “Moby Dick è un miraggio costante del carismatico Achab, così presente da convincere tutto il suo equipaggio a sposare l’unica vera causa per la quale valga la pena combattere per mare: annientare quello che il Capitano definisce un vero e proprio mostro”. Ogni singolo membro dell’imbarcazione è deciso – anche Ismaele -, ma le notti sono lunghe e le traversate per gli oceani di tutto il mondo alla ricerca del grande capodoglio sono altrettanto stancanti. Sul ponte di coperta, inchiodato all’albero maestro, splende costantemente il doblone d’oro che Achab ha promesso al marinaio che per primo avvisterà Moby Dick. I giorni passano e il comandante diventa sempre più ombroso, sempre più chiuso in se stesso. Ismaele e l’intera ciurma non attendono altro che il grande momento che ben presto arriverà a segnare la morte di tutto l’equipaggio fedele e di Achab. E Ismaele dice, concludendo la narrazione: “Io solo mi sono salvato: per potervelo raccontare”.

Pronta la locandina d’autore realizzata dall’illustratore Sergio Olivotti appositamente per la 52ma edizione del Festival: ‘Volevo che la locandina quest’anno parlasse del teatro come Illusione, – dice Olivotti – come ambigua visione del reale. E dunque come non giocare con le illusioni ottiche, di cui il teatro si è tanto avvalso storicamente nelle scenografie. L’ambiguità figura-sfondo è un topos della comunicazione visiva: ne han fatto uso Escher, Ivan Orosz, Shigeo Fukuda. In questo caso l’ambiguità della figura e dello sfondo alludono anche al gioco tutto teatrale della commedia e della tragedia, dell’inferno e del paradiso: se sia meglio guardare la locandina in un verso o nell’altro starà allo spettatore.’

Con l’occasione, il sindaco Renato Dacquino ringrazia pubblicamente la Fondazione De Mari, che da molti anni sostiene il Festival e che sarà partner attivo anche per l’edizione 2018. Proprio alla Fondazione De Mari verrà intitolato, a partire da questa stessa stagione, il Premio al Miglior Attore/Attrice non protagonista, scelto direttamente dal pubblico attraverso un sondaggio sulle pagine social del Festival: ‘Un Premio – ricorda il Sindaco – che in passato ha visto premiati giovani attori e attrici diventati oggi protagonisti nei maggiori teatri italiani – pensiamo tra gli altri a Roberto Tesconi, Emy Bergamo, Federica Rosellini – e che vuole essere allo stesso tempo un riconoscimento ai tanti anni di attenzione che la Fondazione De Mari ci ha donato e il rafforzamento di un legame che speriamo possa proseguire nel tempo”.

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.