Savona. La Procura di Savona indaga sulla “frattura” tra l’ex direttore di Ata Luca Pesce e l’azienda contro la quale il manager, che si era licenziato lo scorso 9 maggio, ha presentato un esposto per stalking e abuso d’ufficio. Sul registro degli indagati sono così finiti i nomi dei vertici aziendali, il presidente Alessandro Garassini e l’amministratore delegato Matteo Debenedetti, ma anche quello del vicesindaco Massimo Arecco.
L’indagine, per ora, è soltanto agli inizi e le accuse mosse ai due dirigenti di Ata e al componente della giunta savonese sono tutte da accertare. Chiaramente, davanti alla denuncia di Pesce (depositata attraverso il suo legale, l’avvocato Vincenzo Scolastico), nella quale l’ex direttore della società accusa di aver subito scorrettezze da parte dei vertici aziendali, il pm Massimiliano Bolla ha voluto vederci chiaro. Gli accertamenti investigativi al momento sono affidati alla polizia giudiziaria.
Secondo l’accusa di Pesce, da quando la presidenza della società partecipata del Comune di Savona era cambiata (a Sara Vaggi era succeduto appunto l’avvocato Alessandro Garassini, il suo lavoro sarebbe stato reso impossibile: il ruolo del manager sarebbe stato messo sempre più in secondo piano e gli sarebbe stato impedito di svolgere al meglio le sue mansioni. Di qui la scelta di rivolgersi alla magistratura.
Sulla vicenda, per il momento, il presidente Garassini ed il vicesindaco Arecco, hanno preferito non commentare, mentre l’amministratore delegato di Ata Debenedetti si è limitato a precisare: “Ora devo pensare al concordato ed a salvare l’azienda e questa mi sembra una priorità. Quando e se mi verrà comunicato qualcosa vedrò di replicare nelle sedi opportune”.