Verso il giudizio

Savona, sparatoria in via Premoli: fissata l’udienza preliminare

L'uomo è accusato di duplice tentato omcidio per aver sparato contro Luca Giordano e la fidanzata di quest’ultimo

Procura Savona

Savona. E’ stata fissata per il prossimo 12 giugno l’udienza preliminare relativa alla sparatoria di via Premoli, avvenuta lo scorso 9 marzo a Savona. Quel giorno Salvatore Gagliardi aveva sparato alcuni colpi di pistola contro Luca Giordano e la fidanzata di quest’ultimo, con i quali aveva avuto una discussione per una questione di soldi.

Nel corso dell’udienza preliminare, che sarà celebrata davanti al giudice Francesco Meloni, i difensori di Gagliardi, gli avvocati Rocco Varaglioti e Antonio Falchero, potrebbero chiedere che il loro assistito venga giudicato con il rito abbreviato.

Gagliardi, che al momento è detenuto in carcere con l’accusa di duplice tentato omicidio aggravato, durante l’interrogatorio davanti al pm Chiara Venturi aveva fornito la sua versione dei fatti. In particolare l’uomo aveva inquadrato la sparatoria in un contesto di ripetute minacce, anche di morte, che da giorni subiva da parte di Giordano a causa di un debito di 150 euro (non di droga, come ipotizzato in un primo momento dagli inquirenti, ma probabilmente di gioco).

Gagliardi aveva anche riferito di essere molto preoccupato e, soprattutto, che si sentiva in pericolo. In particolare, quella sera, prima di arrivare in via Premoli ed impugnare la pistola, l’uomo sarebbe stato pesantemente minacciato, anche con un coccio di bottiglia, oltre che spintonato, da Giordano che gli aveva dato appuntamento in via Aglietto. Davanti a quel comportamento, esasperato, Gagliardi avrebbe pensato di andare a casa del nipote, dove nascondeva una pistola, per mettere paura alla coppia mostrando l’arma. “Non volevo uccidere nessuno, ma solo spaventarli per fare in modo che mi lasciassero stare” sarebbe il senso delle parole pronunciate nel corso dell’interrogatorio in Procura.

Gagliardi avrebbe quindi mostrato la pistola a Giordano per intimorirlo ed invitarlo ad allontanarsi (“se no ti sparo”), ma lui per tutta risposta gli avrebbe tirato un coccio di bottiglia. A quel punto, il primo ha fatto fuoco con una Beretta calibro 9×21 mirando “verso le gambe”.

La ricostruzione di Gagliardi era stata confermata anche dai suoi legali, gli avvocati Rocco Varaglioti e Antonio Falchero, che avevano precisato: “E’ stata un’azione non premeditata, ma dovuta all’atteggiamento gravemente minatorio di Giordano. Abbiamo deciso di far parlare il nostro assistito, al di là delle strategie difensive che solitamente si attuano in questa fase, perché ci siamo resi conto che mancava completamente un approfondimento su quanto successo prima della sparatoria”.

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