Giustenice. “Quello che sta accadendo in queste ore sull’acqua ha qualcosa singolare”. A sostenerlo è il capogruppo della “Lista Civica per Giustenice” Ivano Rozzi, che in occasione dell’ultimo consiglio comunale della cittadina della Val Maremola è intervenuto nuovamente sulla “questione acqua”.
“Amministratori pubblici che nonostante il referendum del 2011 continuano imperterriti sulla strada della privatizzazione, con colpi di alzata di mano nei vari consessi politici, Provincia in testa. Un sistema che va sempre di più verso la sottomissione dell’utente e la sua neutralizzazione a favore dei grandi poteri e degli interessi privati. Personalmente non penso che questo percorso intrapreso da tanti amministratori sia un qualcosa di completamente disinteressato, ma se anche così fosse allora sarebbe ancor più grave perché vi sarebbe una conclamata resa, gratuita e senza condizioni, a quello che invece è la missione a loro affidata dal voto. Mai come in questo ultimo decennio la politica si è dimostrata incapace e decisamente poco incisiva, in bene, sui grandi processi di trasformazione in atto sul territorio, dalle grandi questioni del lavoro a quelle sulle scelte della sanità e adesso in quelle dei servizi e delle forniture. Un’incapacità di affrontare con soluzioni logiche e lungimiranti il futuro, magari anche impegnative con la necessità di sacrifici reali e con il coraggio di coinvolgere i cittadini, rispettandone poi di conseguenza il volere, invece nulla.
“Troppo semplice alzare le mani e dire loro ‘Non possiamo farci niente’. Non è accettabile, non è neppure dignitoso per il ruolo e ancor meno etico del ruolo loro affidato. Il nostro gruppo ieri, 24 maggio, in consiglio comunale ha richiesto la votazione specifica del punto che riguardava la confluenza unica e incondizionata nell’Ambito 1 Savona, ritenendolo l’ultimo atto di sottomissione ad una prossima mercificazione ulteriore del bene comune acqua, per poter votare contro”.
“I piccoli Comuni montani e non solo, ne riceveranno un danno enorme di questo modo di procedere, in quanto il prezzo proibitivo che già può ipotizzarsi essere applicato in ragione degli equilibri tariffari prevedibili per sostenere un simile apparato burocratico e dispendiosissimo nelle spese sconvolgerà oltre modo questi territori già difficili e onerosi per gli abitanti. L’acqua a quanto pare sarà il penultimo elemento a cui questa schizofrenica provincia di Savona vuole dare il colpo di grazia, dopo il trasporto, energia, lavoro, sanità e l’ultimo sarà l’aria che respiriamo”, conclude Rozzi.