Commento

Case popolari, M5S e Pd all’attacco della giunta Toti: “Impugnazione Corte Costituzionale epilogo di una legge dannosa”

"Per i cittadini liguri solo fumo negli occhi..."

Liguria. “Dopo la bocciatura del Governo, ora è arrivato anche lo stop da parte della Corte costituzionale. La legge regionale sull’edilizia popolare firmata da Toti e Scajola è “incostituzionale per irragionevolezza e mancanza di proporzionalità”. E ancora una volta ci ritroviamo, a distanza di un anno, a dire: l’avevamo detto. Un copione a cui ormai i liguri sono tristemente abituati”. Così il MoVimento 5 Stelle Liguria torna all’attacco della giunta Toti.

“Esattamente un anno fa, nel maggio 2017, avevamo provato in tutti i modi in aula a mettere in guardia la Giunta da quella che sarebbe stata una prevedibile, quanto inevitabile, impugnazione nei confronti di un provvedimento che, peraltro, non ha fornito nessuna risposta al disagio socio-economico dei cittadini liguri. Nonostante qualche miglioramento al testo ci sia stato, grazie al pressing del MoVimento 5 Stelle un anno fa in Consiglio regionale, l’impianto complessivo della legge era e resta profondamente sbagliato e incostituzionale. Lo avevamo fatto presente anche in relazione di minoranza e ribadito in fase di discussione, ricordando il caso analogo della valle d’Aosta. Ma non c’è stato nulla da fare”.

“Dispiace che ancora una volta la Liguria balzi alle cronache non per il rilancio dell’occupazione, per il risanamento dei conti o per risposte concrete alla piaga della povertà ma per l’impugnazione di un provvedimento. Non è così, a colpi di impugnazioni, che si risolvono i problemi dei liguri, semmai con azioni concrete e all’interno dei recinti legislativi e costituzionali del nostro paese. Altrimenti si lancia solo fumo negli occhi ai cittadini liguri” conclude il M5S ligure.

Anche il capogruppo del Pd in Regione Giovanni Lunardon va all’attacco: “La Corte Costituzionale ha dato ragione al Governo e ha bocciato la legge regionale sull’edilizia popolare targata Toti e Scajola che discrimina i cittadini stranieri. L’articolo 4 della norma, secondo la sentenza emessa in questi giorni, è incostituzionale per “irragionevolezza e mancanza di proporzionalità”. Un esito scontato, di fronte al quale avevamo messo in guardia in più occasioni la Giunta ligure. Ma il centrodestra, nonostante i precedenti di alcune leggi analoghe già bocciate dalla Corte, ha voluto varare ugualmente questa norma propagandistica e inutile, facendo sprecare tempo e denaro ai liguri”.

“Il famigerato articolo 4 del provvedimento dichiarato incostituzionale, infatti, introduce come nuovo requisito per l’assegnazione di case popolari il fatto di “essere regolarmente residenti da almeno dieci anni consecutivi nel territorio nazionale in regola con la normativa statale in materia di immigrazione”. Una norma strampalata e palesemente discriminatoria, che 12 mesi dopo la sua approvazione è stata giustamente cassata. Ma i precedenti, come detto, non mancavano, visto che già 5 anni fa la Valle d’Aosta si era vista bocciare una legge in cui si chiedeva agli assegnatari di aver risieduto nella regione per almeno 8 anni. La Giunta però non ha voluto fare tesori degli errori altrui. Siamo di fronte all’ennesima legge propagandistica varata da questa maggioranza e sonoramente bocciata dalla Corte Costituzionale. E ogni volta si è trattato – come nel caso della legittima difesa, solo per fare un esempio – di sentenze ampiamente prevedibili. Ma a Toti e a Scajola non interessa varare provvedimenti utili alla collettività come dovrebbe fare ogni buon amministratore: loro vogliono soltanto appagare la pancia del proprio elettorato. Ciò che più gli importava un anno fa era consentire a Salvini, prima delle elezioni comunali genovesi, di citofonare agli inquilini di Begato e degli altri quartieri popolari brandendo lo slogan “prima gli italiani”. Poi però la campagna elettorale è finita e la norma è stata cassata, in barba alle promesse che non potevano essere mantenute”.

“Le campagne elettorali permanenti se condotte dall’interno le istituzioni oltre a fornire un pessimo servizio ai cittadini, rischiano di minare la credibilità degli Enti stessi che si rappresentano” conclude Lunardon.

Ecco la posizione di Sinistra Italiana: “Finalmente la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale la riforma della Legge Regionale sulla gestione e l’assegnazione del patrimonio abitativo pubblico. Il pronunciamento era largamente atteso; tant’è che persino l’associazione nazionale dei Comuni -durante la discussione della primavera scorsa- aveva anticipato alla maggioranza ligure di centrodestra il rischio di rigetto da parte della Consulta. Infatti, dopo avere promesso per mesi, un provvedimento legislativo che abbattesse strutturalmente il disagio abitativo e agevolasse un maggiore scorrimento delle graduatorie dei richiedenti alloggi (circa un milione di famiglie in tutto il Paese!), l’unica norma introdotta dalla Giunta di Giovanni Toti, riguardava i maggiori limiti imposti ai cittadini stranieri per ottenere una casa dai Comuni: non più la dimostrazione dei precedenti cinque anni di residenza nel Paese, ma addirittura il loro raddoppio a dieci! Era la stessa misura già introdotta da altre Regioni e – come adesso accade per la Liguria – già bocciata per vizio di incostituzionalità”.

“L’illusione gettata in pasto alle tante famiglie sottoposte a procedura di sfratto e con l’unica speranza di ottenere un alloggio di edilizia residenziale pubblica, consisteva nella triste idea che non riconoscendo quel diritto ai più poveri stranieri e migranti, fosse più facile garantirlo loro. Nulla di meno vero! Contrariamente alla percezione comune e alla battente propaganda fascio-leghista, gli stranieri assegnatari di alloggi pubblici rappresentano un’estrema minoranza (circa il 7% del totale); e persino una paradossale e iniqua loro esclusione, soddisferebbe a malapena il 10% del totale delle famiglie da anni in graduatoria e in attesa di un alloggio pubblico che mai arriva. Ben altre le cose da fare”.

“Intanto, più di limitare la platea degli aventi diritto, quello che davvero servirebbe sarebbe aumentare il numero di alloggi disponibili. L’Italia è in Europa il fanalino di coda per alloggi abitativi pubblici disponibili (meno di un milione). Sarebbe possibile aumentarli senza per altro avviare alcuna nuova costruzione, ma semplicemente riservando a quella funzione parte importante del patrimonio demaniale dismesso altrimenti – come sta accadendo – destinato ad operazioni di svendita e speculazione a vantaggio del profitto immobiliare”.

“Ancora: bisognerebbe interrompere la dismissione dei patrimoni pubblici, avviando piuttosto un grande piano di riconversione per la realizzazione di alloggi a canone sostenibile. Servirebbe poi una revisione strutturale della legge sulle locazioni imponendo dei massimi ed eliminando l’illegalità del cosiddetto libero mercato”.

“E soprattutto – anche attraverso una politica fiscale sanzionatoria (altro che flat tax!!) – bisognerebbe colpire le proprietà immobiliari che lasciano vuote le loro case: oltre due milioni in Italia, esattamente il doppio delle famiglie che un alloggio lo cercano. E infine, alla casa pubblica, al recupero dei patrimoni esistenti, al loro efficientamento energetico, alla riqualificazione dei quartieri periferici, bisognerebbe destinare risorse invece da anni azzerate nel bilancio dello Stato. Scommettiamo che pure il nuovo governo, come quelli che lo hanno preceduto, su questi temi nulla farà? La casa è un diritto. La lotta al razzismo pure!”.

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