Lettera

Alassio, il gruppo “Melgrati sindaco “ scrive all’europarlamentare Cirio sul tema Bolkestein

“Le imprese turistico-ricreative possono e devono essere escluse dall’applicazione delle procedure ad evidenza pubblica”

spiaggia alassio

Alassio. “A voi lo avrà chiesto l’Europa, ma a noi lo ha detto Frits Bolkestein”. È questo il titolo del convegno che andrà in scena questa sera, alle 20,45, nella sala Auditorium dell’Oratorio Salesiano e che darà parola proprio a chi ha scritto la direttiva riferita al comparto balneare.

All’evento moderato da Diego Pistacchi, giornalista de Il Giornale parteciperanno il sindaco di Alassio Enzo Canepa, l’eurodeputato Alberto Cirio, il consigliere regionale Angelo Vaccarezza e Bettina Bolla, presidente di Donnnedamare. Nell’occasione, però, anche il gruppo “Melgrati Sindaco” ha deciso di intervenire sulla questione, inviando una lettera indirizzata proprio all’eurodeputato Cirio.

“La realtà delle concessioni demaniali marittime in Italia, – si legge nella missiva, – è una realtà del tutto peculiare, connotata da caratteri di “tipicità” e volta ad individuare un prodotto “made in Italy”, strettamente connesso con il territorio e la popolazione residente in quel territorio: quattro sono gli elementi caratterizzanti la struttura tipica del prodotto “concessione demaniale marittima per finalità turistico ricreative”: l’istituto della concessione che trova nel codice della navigazione una disciplina “speciale”; l’impresa a “carattere prettamente familiare” sia essa ditta individuale o società; il territorio; la “simbiosi mutualistica” tra i primi tre elementi”.

“Le concessioni in Italia si caratterizzano per essere delle micro imprese a carattere familiare, ben lontane dalle “commesse o beni pubblici di rilevante interesse economico” citate in molte sentenze o dei grandi lavori d’infrastruttura di cui si parla nella Comunicazione interpretativa della commissione sulle concessioni nel diritto comunitario del 12 aprile 2000. La micro impresa italiana, a cui si fa riferimento è finanziariamente ben gestita, investe, crea occupazione, fa lavorare l’indotto, ha direttamente ed indirettamente ricadute positive per il territorio in cui opera e per la popolazione residente: un fiore all’occhiello del made in italy”.

La micro impresa a carattere familiare è intimamente collegata con “il territorio” in cui è presente da un punto di vista oggettivo ma anche soggettivo: soggettivamente: perché i gestori normalmente risiedono nel territorio, vi investono e contribuiscono agli introiti della finanza locale, creando in questo modo un circolo virtuoso; oggettivamente: perché l’attività delle imprese nasce grazie alla particolare conformazione del territorio.

“Ricordiamo come il criterio della territorialità rilevi anche per un altro aspetto che merita di essere sottolineato: nel Regolamento (CE) del Parlamento Europeo e del Consiglio n. 1370 del 2007 è previsto che ‘la diversa organizzazione territoriale degli Stati membri’ giustifichi una ‘deroga espressa ai principi dell’evidenza pubblica”: si ritiene di poter aggiudicare i contratti direttamente, cioè senza che sia preventivamente esperita una procedura di gara (nello stesso Regolamento (23) è previsto che per motivi di opportunità ‘la gara … non sia obbligatoria quando il contratto … abbia per oggetto somme di modesta entità…’ ed all’art. 5 punto 4 si precisa che ‘…le autorità competenti hanno facoltà di aggiudicare direttamente i contratti … il cui valore annuo medio stimato è inferiore a 1.000.000 di euro…’)”.

“Le micro imprese concessionarie di beni demaniali, nella stragrande maggioranza non hanno grande rilevanza economica, come invece può averla un porto turistico e “strutturalmente” non sono equiparabili alle imprese che operano nel settore degli appalti o alle imprese che operano nelle concessioni di grandi opere, in quanto l’attività di acquisizione di nuove commesse è estranea al loro oggetto sociale; la loro attività inizia e si svolge nella gestione e nel mantenimento del bene, che rappresenta, per le famiglie che vi lavorano, l’unica fonte di sostentamento”.

“La tipologia di investimento delle micro imprese è del tutto peculiare: l’investimento, per prima cosa, è necessario sia realizzato ad ogni stagione, è in funzione del mantenimento in buono stato delle strutture e quindi in ultima analisi finalizzato anch’esso al mantenimento di coloro che vi lavorano”.

“In sintesi possiamo affermare che le imprese turistico ricreative: strutturalmente: non sono equiparabili alle altre imprese; territorialmente: presentano caratteristiche oggettive e soggettive del tutto peculiari; sono a carattere prevalentemente familiare; per tipologia di investimento: si caratterizzano per una ristrutturazione stagionale; per tipologia di concessioni: possiamo ritenerle concessioni miste”.

“Sulla base di queste ed ulteriori considerazioni si ritiene che tale tipologia di imprese possa e debba essere esclusa dall’applicazione delle procedure ad evidenza pubblica, in particolare non è comprensibile come si possa giungere ad affermazioni e soluzioni che determinerebbero conseguenze disastrose per gli attuali concessionari in violazione dei più alti valori contenuti nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea”, hanno concluso dal gruppo “Melgrati Sindaco”.

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