Per un pensiero altro

Pos-Sesso e deiescenza

Per un Pensiero "Altro" è la rubrica filosofica di IVG: ogni mercoledì, partendo da frasi e citazioni, tracce per "itinerari alternativi"

Per un Pensiero Altro

Perchè non provare a consentirsi un “altro” punto di vista?
Senza nessuna pretesa di sistematicità, ma con la massima onestà intellettuale, il curatore, che da sempre ricerca la libertà di pensiero, ogni settimana propone al lettore, partendo da frasi di autori e filosofi, “tracce per itinerari alternativi”. Per quanto sia possibile a chiunque, in quanto figlio del proprio pensiero.

“Come il sole si fa zucchero nel frutto così il desiderio di te si fa sangue nella mia carne” di Gershom Freeman, è una definizione di passione sensuale della quale non ho trovato simili per intensità, sintesi ed efficacia.

Certo, è una definizione di un uomo, ma possiamo davvero definirla maschile? Forse ora che, oramai, ho svelato il sesso dell’autore; ma se mentendo, così, per giocare, l’avessi presentata come definizione della passione da parte di una donna? Forse che molte donne, addirittura la maggior parte, non si sarebbero riconosciute? Che c’è di più universale del magico fenomeno grazie al quale la luce del sole matura la frutta? Almeno, è sempre stato così anche se oggi stiamo studiando diversi metodi alternativi con conseguenti effetti collaterali.

Ma torniamo al nostro argomento: troppi i luoghi comuni, gli stereotipi, le censure quando si parla di sesso. Basti vedere una qualsiasi gag da cabaret, non può mancare un esplicito riferimento sessuale che garantisca una certa predisposizione al riso, al sorriso imbarazzato-divertito-saputo: che noia! Che banalizzazione, che svilimento! Al contrario nella grande letteratura il sesso è presente in ben altra forma, com’è nella vita, vero, importante, naturale in tutte le sue possibili fenomenizzazioni.

Eppure la cultura di oggi, così emancipata, aperta, libertaria, si nutre di luoghi comuni sul sesso. Ancora si scrive che è lui a possedere lei: nulla di più falso nella dinamica reale come ben tutti sanno. O ancora, si può leggere di lei che si concede, eppure tutti sono ben consapevoli del fatto che nel sesso i partecipanti si danno e chiedono nello stesso momento. Questo assurdo bisogno di confinare in ruoli, di istituzionalizzare anche l’amore ha un suo fondamento biologico, il fatto che solo la donna sia quella che è in grado di far crescere in sè la vita; solo che questo si è trasformato in un elemento di fragilità da quella meraviglia che è.

Ma pensate allo stupido luogo comune per il quale l’uomo è cacciatore e la donna preda: un poco tutti ci credono, eppure è impossibile non rendersi conto di quanto spesso sia la donna a determirare l’azione. Solo pochi uomini non molto avveduti inviterebbero una donna ad uscire se prima lei non avesse emesso quei segnali che hanno suggerito loro l’impulso all’azione. Per non parlare di tutti i ruoli che gli attori della particolarissima e consueta messa in scena devono recitare da lì in avanti: la cena, il corteggiamento, le battute e le risate, la curiosità e la ritrosia, il superamento dei limiti e le nuove censure, la prioettività e il ricatto.

Ma non andiamo troppo oltre, rimaniamo a quel momento magico in cui la natura è determinante. Ed ecco svelarsi il senso del secondo momento indicato dal titolo: deiescenza, che potremmo esplicitare come la proprietà di certi apparati vegetali di aprirsi spontaneamente, di offrirsi generosi, ricchi, gustosi, promessa di vita e salute. Insomma, una sublime ierofania e… senza curarsi di essere maschi o femmine.

Per un Pensiero Altro è la rubrica filosofica di IVG, a cura di Ferruccio Masci, in uscita ogni mercoledì: clicca qui per leggere tutti gli articoli

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