L'approfondimento

L’Albissola, un affascinante orologio meccanico svizzerorisultati

Una perfetta serie di ingranaggi, capace di sfruttare l’energia accumulata dalla “molla” Fossati e fare muovere le “lancette” secondo i desiderata del tecnico, in funzione di un unico obiettivo

Serie D

Savona. José Mourinho dixit “A volte succede di cambiare sistema di gioco, ma non lo facciamo mai per adattarci al gioco che fanno gli altri… non è questo il motivo che ci porta a cambiare. Avere un modello definito e non scappare da questo è un marchio delle mie squadre. Ed è fondamentale che sia così”.

Ed è indubbio che la qualità migliore, che può avere un gruppo, è quella di giocare “da squadra”… una capacità ben espressa dall’ Albissola.

Tra i tanti motivi, che hanno portato i ceramisti a balzare, da matricola, in vetta alla classifica del girone E della Serie D, a quattro giornate dal termine, risalta la grande abilità di mister Fabio Fossati, nel aver saputo creare una squadra in possesso di una propria fisionomia autonoma, in grado di imporre agli avversari i suoi dettami tattici, peraltro “sfaccettati” e tutt’altro che bloccati su un unico schema…

In questo, Fossati è molto simile al “number one” portoghese, non disdegnando, quando lo ritiene utile, variare – anche nel corso d’opera – la disposizione tattica dei suoi uomini. E questo è davvero un pregio dei grandi tecnici, che fanno della duttilità un’arma da sfruttare nel “momento del bisogno”…

Non di meno, per poter fare questo, è “conditio sine qua non”, disporre di giocatori dotati non solo di adeguate doti tecniche, ma anche di “intelligenza”… e quelli dell’ Albissola hanno nel loro bagaglio calcistico entrambi i pregi, tanto da dimostrarsi capaci, nell’arco del campionato, di interpretare, i vari ruoli e moduli, cui il mister arenzanese li ha chiamati ad esprimersi.

Ecco quindi un’ Albissola capace di coprire tutti gli spazi del campo con il 4-3-3, ma anche con il 4-4-2 e perfino con la difesa a tre, supportata sulle fasce da Calcagno e Gulli, pronti ad ‘abbassarsi’, a turno, per diventare il quarto uomo, in fase di non possesso palla.

Il tutto senza prescindere da un’ottima organizzazione di gioco, marchio di fabbrica di Fossati e del suo staff, che da inizio preparazione estiva non hanno mai lesinato attenzione, spinta fino all’ostinazione, agli interscambi fra in giocatori, non solo in fase difensiva, ma anche e soprattutto in quella propositiva…

Un lavoro che ha portato l’Albissola a muoversi in campo con i meccanismi tipici di un affascinante orologio meccanico svizzero… . una perfetta serie di ingranaggi, capace di sfruttare l’energia accumulata dalla “molla” Fossati e fare muovere le “lancette” secondo i desiderata del tecnico, in funzione di un unico obiettivo.

Poi è ovvio, che senza un “produttore di orologi” non si va da nessuna parte… ecco l’importanza del presidente, Mirco Saviozzi e della dirigenza tutta, capaci di intuire che, nel calcio, come in tutti i campi della vita, i risultati si ottengono, regalando tranquillità al progetto tecnico…

Insomma, il “miracolo” Albissola si abbevera a tante fonti, prima di arrivare in riva al Sansobbio…

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