Dimissioni

Borghetto, Servizi Ambientali perde il secondo presidente in 10 mesi: lascia anche Nino Roveraro

Il sindaco Canepa: "Si è tirato indietro per motivi di salute, atto di responsabilità. Momento delicato, Borghetto non può farsi carico dei reflui di tutti"

Villa Laura Servizi Ambientali Borghetto

Borghetto Santo Spirito. Nemmeno sette mesi dopo essere entrato in carica, anche Gian Antonio Roveraro lascia la presidenza di Servizi Ambientali, la società a partecipazione pubblica che ha in gestione il depuratore consortile delle ex cave di località Cappellotti. “Nino” Roveraro, imprenditore borghettino discendente della famiglia dell’omonimo ex oleificio, era in carica da fine settembre quando aveva sostituito l’ex sindaco Franco Malpangotto, a sua volta dimissionario a meno di tre mesi dalla nomina.

Entrambi erano stati indicati dal sindaco Giancarlo Canepa: il Comune di Borghetto è socio di maggioranza della società insieme al Comune di Loano, ed i patti parasociali tra i due Enti stabiliscono che al sindaco della città dei Doria (che detiene un numero di quote maggiore) spetti la scelta dell’amministratore delegato della società, mentre al primo cittadino borghettino quella del presidente.

Roveraro è stato per molti anni proprietario ed amministratore delegato della Rossello Carta e della Abbo Carta, aziende (la prima di Borghetto Santo Spirito) conosciute per la distribuzione di prodotti cartacei in tutto il ponente ligure. In questi ultimi anni era stato anche presidente del Cda della Pantagroup, anch’essa azienda nel campo del materiale cartaceo. Fratello di Franca Roveraro, titolare di “Loano 2 Village”, da circa un anno aveva rinunciato all’attività diretta all’interno delle aziende dove ha sempre operato. Canepa, il 21 settembre 2017, spiegava di averlo scelto “in quanto rappresenta la figura ideale per la guida della società. Viste le diverse importanti questioni da affrontare nei prossimi mesi ho ritenuto che il presidente di Servizi Ambientali, oltre a godere della mia fiducia, dovesse avere anche competenze imprenditoriali e conoscenza e rappresentatività della città che ospita tutto il depuratore. Il prescelto ha tutte le caratteristiche necessarie a garantire la tutela del nostro territorio e della nostra comunità oltre ad avere un’ampia visione gestionale ed imprenditoriale. Inoltre è persona dotata di sensibilità non comune e di indiscusso profilo morale”.

Roveraro, però, è stato costretto a farsi da parte da alcuni problemi di salute. “Aveva difficoltà soprattutto alla vista che in certi momenti gli impedivano di essere operativo – racconta Canepa – e in un momento così delicato, in cui dobbiamo confluire nel gestore unico del servizio idrico dell’Ato e soprattutto approvare il nuovo piano d’ambito, con senso di responsabilità ha deciso di fare un passo indietro. Anche se è chiaro che il fatto di trovarci di fronte al secondo presidente che si dimette nel giro di 10 mesi non sia una bella situazione da affrontare”.

“Ora cercheremo di fare le nostre valutazioni nel più breve tempo possibile, vista la delicatezza del momento – prosegue il sindaco – Il preliminare d’ambito che ci è stato sottoposto, ossia il protocollo di intesa stipulato dall’amministrazione Gandolfo e da Provincia e Regione nel 2014, prevede che tutti i reflui da Laigueglia fino a Borghetto confluiscano qui. Noi ovviamente a questa soluzione non ci stiamo: non solo abbiamo messo dei paletti, ma stiamo anche lavorando per proporre soluzioni alternative e per chiedere che le nostre osservazioni vengano inserite nel piano d’ambito. A questa cosa stiamo lavorando in maniera massiccia, e non soltanto noi ma anche gli altri soci. Stiamo cercando di fare un lavoro costruttivo, tutti insieme, e in questa situazione delicata occorre un presidente che possa davvero lavorare al 100%”.

La contrarietà di Canepa all’attuale prospettiva è dettata dai numeri: “Un Comune di 5,39 km quadrati, uno dei più piccoli della provincia, si dovrebbe sobbarcare i reflui di circa 250 mila abitanti equivalenti… anche a livello di cifre questa cosa stride molto. E poi ci sono già degli studi di fattibilità su soluzioni alternative che tra l’altro costerebbero meno, potrebbero essere realizzate in tempi minori e avrebbero dei costi di gestione energetici particolarmente convenienti rispetto a quello attuale. Non vediamo un motivo per cui non possano essere prese in considerazione. Sul piatto quindi ci sono già altre valide opzioni, tutte volte ad annientare lo spauracchio delle sanzioni comunitarie che gravano soprattutto su Albenga”.

Una contrarietà di fondo che però non mette a repentaglio il primo, imminente step, ossia l’arrivo del 70% dei reflui di Albenga: “Il Comune di Borghetto responsabilmente ha accettato per evitare sanzioni al comune ingauno, questo è giusto e non ci metteremo certo di traverso – garantisce Canepa – Oltre questo però basta, il territorio di Borghetto ha già dato a sufficienza ed è ora che anche gli altri Comuni mettano responsabilmente a disposizione i loro territori per la costruzione di impianti e tubazioni. E’ chiaro che il mare ‘non ha muri di confine’, è di tutti ed è interesse di tutti depurarlo; ma Borghetto non può essere l’unica a subire il disagio, ognuno deve fare la sua parte ed è ora che a mettersi a disposizione siano altri”.

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