Posizione

Un Garante dei detenuti in Liguria, Sappe contro la decisione della commissione regionale: “Non serve”

Il Garante dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale non piace al sindacato della polizia penitenziaria

giuramento polizia penitenziaria 2012

Liguria. “Un Garante dei detenuti in Liguria non serve. Sono decine le figure professionali e politiche che possono accedere in qualsiasi momento in carcere per vedere quel che succede. L’impegno del primo sindacato della polizia penitenziaria, il Sappe, è sempre stato ed è quello di rendere il carcere una “casa di vetro”, cioè un luogo trasparente dove la società civile può e deve vederci “chiaro”, perché nulla abbiamo da nascondere ed anzi questo permetterà di far apprezzare il prezioso e fondamentale – ma ancora sconosciuto – lavoro svolto quotidianamente, con professionalità, abnegazione e umanità dalle donne e dagli uomini della Polizia Penitenziaria. E non vorrei dunque che dietro all’ipotesi di istituire un Garante dei detenuti in Liguria vi sia più una compensazione politica per qualche candidato ‘trombato’ alle elezioni amministrative che non una reale necessità”.

Lo dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, commentando la decisione della I Commissione della Regione Liguria che ha approvato, a maggioranza e con l’astensione della Lega, il Testo unificato delle proposte di legge per l’istituzione in Liguria del Garante dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale.

“Rispetto le decisioni della politica, ma penso e credo che le priorità penitenziarie della Liguria siano ben altre che quella di istituire il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale. La prima fondamentale e imprescindibile considerazione che il Sappe intende fare è che ai detenuti delle carceri italiane e liguri sono assicurate e garantite ogni tipo di tutela, a cominciare dai diritti relati all’integrità fisica, alla salute mentale, alla tutela dei rapporti familiari e sociali, all’integrità morale e culturale. Diritti per l’esercizio dei quali sono impegnati tutti gli operatori penitenziari, la Magistratura ed in particolare quella di Sorveglianza, l’Avvocatura, le associazioni di volontariato, i parlamentari ed i consiglieri regionali (che hanno libero accesso alle carceri), le cooperative, le comunità e tutte le realtà, che operano nel e sul territorio, legate alle marginalità. Particolarmente preziosa, in questo contesto, è anche l’opera svolta quotidianamente dalle donne e dagli uomini della Polizia Penitenziaria. Donne e uomini in divisa che rappresentano ogni giorno lo Stato nel difficile contesto penitenziario, nella prima linea delle sezioni detentive, con professionalità, senso del dovere, spirito di abnegazione e, soprattutto, umanità”, aggiunge Capece.

Il leader nazionale del Sappe sottolinea infine i disagi con cui quotidianamente si confronta il personale di polizia penitenziaria in servizio nella Liguria: “La situazione nelle carceri della Liguria, dove oggi sono detenute oltre 1.400 persone rispetto ai circa 1.000 posti letto è sempre tesa ed allarmante. I numeri riferiti agli eventi critici avvenuti nelle celle delle carceri liguri nell’interno anno 2017 sono inquietanti: 412 atti di autolesionismo, 35 tentati suicidi, 345 colluttazioni e 50 ferimenti. Aggiungo che la cosa grave è che questi numeri si sono concretizzati proprio quando sono stati introdotti la vigilanza dinamica ed il regime penitenziario ‘aperto’, ossia con i detenuti più ore al giorno liberi di girare per le Sezioni detentive con controlli sporadici ed occasionali della polizia penitenziaria”.

“E’ sotto gli occhi di tutti” conclude Capece “che servono urgenti provvedimenti per frenare la spirale di tensione e violenza che ogni giorno coinvolge, loro malgrado, appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria nelle carceri italiane, per adulti e minori. Questa dovrebbe essere, per il Sappe, una priorità per il sistema penitenziario della Liguria. Le donne e gli uomini dei Reparti di Polizia Penitenziaria in servizio nelle carceri della Liguria affrontano ogni giorno pesanti disagi lavorativi, eppure fanno tutto quanto è possibile perché le criticità operative non influiscano sulla regolarità dei servizi. Per questo il Sappe dice loro mille volte grazie, grazie ai nostri poco conosciuti eroi del quotidiano, per quello che fanno ogni giorno a rappresentare lo Stato con professionalità, abnegazione, umanità per garantire ordine e sicurezze”.

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