Savona. Si è chiusa con cinque rinvii a giudizio l’udienza preliminare relativa al terribile incidente sul lavoro avvenuto a Zinola il 23 marzo 2016 quando, nel crollo di un ponteggio, un operaio egiziano di 31 anni, Salem Zaky era precipitato nel vuoto dal quinto piano, da un’altezza di circa 20 metri.
Questa mattina il gup Francesco Meloni ha rinviato a giudizio per disastro colposo e lesioni aggravate Teresa Bolzan, in qualità di amministratore del condominio e committente lavori, Domenico Manfreda, progettista e direttore dei lavori, Daniele Spina, titolare dell’impresa affidataria dei lavori e direttore cantiere, Cristian Fragetta, titolare dell’impresa di ponteggi, e Blerim Daci, titolare dell’impresa sub appaltatrice “in nero” delle opere murarie ed esecutrice lavori. Soltanto a Fragetta (che tra l’altro si è visto respingere una richiesta di patteggiamento) e Daci viene contestata anche l’accusa di aver impiegato lavoratori in nero.
Per tutti gli imputati (che sono assistiti dagli avvocati Antonino Ardagna, Daniela Giaccardi, Fausto Mazzitelli, Paolo Foti, Mario Iavicoli e Andrea Frascherelli) il processo inizierà il prossimo dicembre davanti al giudice Marco Canepa.
Quel giorno, dopo il crollo del ponteggio, l’operaio egiziano era rimasto sospeso nel vuoto, appeso ad uno degli ancoraggi di metallo dell’impalcatura, ma poi, esausto, aveva mollato la presa ed era precipitato nel vuoto.
Secondo gli accertamenti investigativi (delle indagini si erano occupati gli uomini della squadra mobile e della sezione di polizia giudiziaria dell’ispettorato dell’Asl coordinati dal pm Giovanni Battista Ferro) il crollo è stato provocato da una carenza di “ancoraggi” del ponteggio alla facciata. L’accusa ipotizza che la fase di smontaggio del ponteggio non sia avvenuta in modo corretto: sarebbero stati sganciati troppi ancoraggi e, di conseguenza, l’impalcatura ha finito per cedere.