Liguria. Gli agricoltori genovesi e liguri incominciano a fare i conti con i danni provocati da questa ondata di gelo, neve e ghiaccio. La Cia (Confederazione Italiana Agricoltori) ha attivato un monitoraggio “Ora per Ora” che coinvolge anche la Liguria, una delle regioni più colpite da questa anomala ondata di gelo siberiano. Nei campi, nelle serre e nelle fasce della nostra regione, stavano crescendo enormi quantità di ortaggi e fiori, oltre agli alberi da frutto, piante che sono a rischio vita.
Nel primissimo pomeriggio, inoltre, Confagricoltura Liguria ha incontrato il Governatore della Regione, Giovanni Toti, facendo con lui il punto della situazione sulla prima conta dei danni che da Ventimiglia a Sarzana hanno riguardato tutto il territorio ligure e tutte le produzioni in campo. “Abbiamo richiesto – precisa la nota di Confagricoltura Liguria – l’immediata attivazione delle procedure che consentono la richiesta di stato di calamità naturale, sulla base dei primi sommari dati giunti dal territorio mentre l’emergenza, specie quella legata al gelo, è ancora in pieno atto”.
Il Governatore Toti ha raccolto l’appello di Confagricoltura Liguria che ha mostrato le foto ed i video provenienti da aziende florovivaistiche, orticole, olivicole, vitivinicole, agrituristiche di tutta la Regione. E’ quindi venuta conferma da parte di Toti che le strutture preposte della Regione, a partire dall’Assessore Giampedrone, e nelle prossime ore anche quello all’agricoltura Mai, si sono già attivate per il monitoraggio sul territorio degli areali colpiti, per sincerarsi, in prima battuta, della presenza delle condizioni di “dimensione” previste dalle norme in materia. E’ chiaro, purtroppo, che il quadro andrà aggiornato nei prossimi giorni laddove si faranno “vedere” i danni del gelo.
I danni più gravi vanno ascritti al gelo i cui effetti saranno visibili appieno solo tra quattro/cinque giorni, anche se l’esperienza di chi conduce aziende agricole da una vita sa già valutare il danno in campo. Da Ventimiglia a Sarzana il quadro è purtroppo desolante. Nell’imperiese si stima sia stata persa tutta la ginestra e la mimosa in fiore. Danni anche agli ulivi. Perso almeno il 30 % della produzione in pieno campo di ranuncoli e anemoni.
Nel savonese danni ingenti alle produzioni in pieno campo della Piana di Albenga. Tutte le aromatiche “a foglia tenera” sono perdute. Compromessi i raccolti di ortaggi. Da valutare le conseguenze sulle altre piante in vaso. Danni ingenti per il vento a tunnel e serre, con le temperature che in molti punti hanno toccato i meno 4, meno 5, ovvero temperature al limite per la sopravvivenza di molte piante. Nello spezzino preoccupano le conseguenze del gelo sulle giovani barbatelle in viticoltura, come segnalano per tutti gli agriturismo Il Fienile e Villanova. Compromessi limoni e aranci e un pò ovunque condutture delle serre fortemente danneggiate dal gelo. Preoccupa ciò che il gelo “lascerà” sugli ulivi specie nell’entroterra.
Non meglio nell’entroterra dove moltissimi agriturismi segnalano la perdita totale degli orti e ingenti danni agli alberi. Cosimo Melacca – presidente nazionale di Agriuturist – segnala che “la cosa peggiore non è stata la neve, ma il gelo con picco a Rialto di meno dieci gradi e una media a meno cinque che ha danneggiato un pò tutto. I conti li faremo tra cinque/sei giorni”. Problemi anche in zootecnia e per gli animali in genere.
Da Albenga il presidente ligure di Confagricoltura – Luca De Michelis – segnala la compromissione di quasi tutte le aromatiche in pieno campo. Inoltre aziende come la sua o quella di Silvia Parodi devono fare i conti con “essere state già distrutte dall’alluvione del 2014 e trovarsi adesso a perdere l’intero raccolto nel suo caso di ortaggi”.
“Occorre – continua Confagricoltura Liguria – un reale impegno totale di istituzioni, nostro e delle compagnie di assicurazione, affinché si giunga davvero a poter assicurare le produzioni. Ad oggi – precisa Confagricoltura – nella sola Piana di Albenga, ad esempio, assicurare un singolo vaso di qualsivoglia aromatica costa in termini di premio pagato ben più del valore di vendita sul mercato del bene stesso. Il tutto non è più accettabile!”