Alassioleaks

Funzionario del Comune di Alassio licenziato per files sospetti nel pc, ora Tezel dovrà essere reintegrato

Luigi Tezel perse il posto nel 2016, ora il giudice ne ha ordinato l'immediata riammissione in servizio

Luigi Tezel

Alassio. Reintegro immediato sul luogo di lavoro, più il pagamento da parte del Comune di Alassio di tutte le retribuzioni mancate dal giorno del licenziamento ad oggi. Lo ha deciso oggi il giudice Alessandra Coccoli: l’ex dipendente dell’amministrazione alassina Luigi Tezel,  dovrà essere riammesso nel suo incarico.

L’ordinanza arriva al termine di un procedimento iniziato nel 2016, quando il funzionario, all’epoca responsabile dell’ufficio ambiente, fu licenziato in tronco dal Comune. Il caso fu ribattezzato “Alassioleaks”: in un server accessibile da Tezel erano stati ritrovati documenti non attinenti al lavoro tra cui immagini e testi di carattere personale, ma anche esposti anonimi, interrogazioni presentate dalla minoranza o documenti “contro” l’amministrazione che poi erano finiti sul tavolo della commissione. Da qui l’apertura di un procedimento che aveva portato alla chiusura del rapporto di lavoro: secondo il Comune Tezel aveva utilizzato strumenti e tempo di lavoro per attività personali, danneggiando l’Ente, ed il rapporto fiduciario era irrimediabilmente compromesso.

Luigi Tezel e il suo avvocato Giovanni Maglione avevano immediatamente impugnato quel licenziamento, sostenendo che i files contestati sarebbero stati in realtà alcune email ricevute dal funzionario, in cui alcuni consiglieri di opposizione avrebbero chiesto l’accesso agli atti. Una procedura assolutamente normale, secondo la tesi difensiva, con Tezel che quindi avrebbe semplicemente svolto il suo lavoro comportandosi da buon dipendente comunale.

Oggi, al termine di un procedimento con il cosiddetto “rito Fornero”, il giudice ha emesso una ordinanza di accoglimento totale del ricorso, reintegrando Tezel nel posto di lavoro e condannando il Comune di Alassio al risarcimento di un danno pari alle retribuzioni perse dal giorno del licenziamento fino a quello dell’effettivo reintegro sul posto di lavoro.

Una decisione legata ad un dettaglio estremamente tecnico. I file “incriminati”, come tutti i documenti digitali, possiedono dei “metadati” nei quali vengono registrate informazioni come, ad esempio, l’ultima apertura o modifica. In tredici file il funzionario del Comune addetto all’amministrazione del sistema informatico aveva riscontrato interventi di Tezel, avvenuti tra il 2013 e il 2014 durante l’orario di servizio e per un totale di circa 21 ore e 10 minuti. La difesa, però, grazie alla perizia di parte di un esperto informatico di Alassio, Matteo Boretti, aveva obiettato che i metadati potevano dimostrare solo il tempo di apertura del file da parte di Tezel, ma non quello di effettiva modifica (Tezel, in sostanza, avrebbe sicuramente aperto i file per consultarli ma è impossibile dimostrare che ci abbia “lavorato sopra” per tutto quel tempo). Una tesi accolta anche dal consulente tecnico nominato dal giudice, e di conseguenza dal giudice stesso che quindi ha accolto il ricorso dell’ex dipendente.

Il giudice, inoltre, ha sostenuto nell’ordinanza che l’utilizzo di questi file rappresenterebbe comunque un fatto “episodico” e “marginale” nell’attività lavorativa di Tezel, essendosi verificato solo su 13 file e nell’arco di un anno in un rapporto di lavoro che invece durava da 17 anni senza soluzione di continuità. Infine ha accolto un’altra tesi difensiva, ossia che il licenziamento sia un provvedimento sproporzionato all’effettiva colpa di Tezel. Una tesi basata su due fattori: il fatto che il Ccnl dei funzionari degli enti locali punisce con sanzioni conservative delle condotte apparentemente più riprovevoli (molestie sessuali, comportamenti calunniosi o minacciosi nei confronti dei colleghi), ed il fatto che in passato il medesimo datore di lavoro (ossia il Comune) aveva scelto di sanzionare in maniera ben più leggera delle condotte più gravi.

“Sono pienamente soddisfatto dell’ordinanza, ancorché non abbia accolto tutte le difese che abbiamo formulato durante la causa” è il commento del legale, Giovanni Maglione. L’ordinanza è immediatamente esecutiva per legge: spetta ora al Comune di Alassio comunicare la riammissione in servizio di Tezel.

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