Albenga. Centinaia, migliaia di persone. Una folla immensa, simile ad un fiume in piena, ha invaso il piazzale di fronte alla parrocchia della Santissima Annunziata di Bastia d’Albenga per l’ultimo saluto alla “guerriera” Rosy Guarnieri.
E c’erano proprio tutti per rendere omaggio alla “zarina verde”: dagli amministratori regionali e provinciali di ogni colore politico (Edoardo Rixi segretario Lega Liguria, assessore regionale e deputato; Francesco Bruzzone presidente del consiglio regionale e senatore; Stefano Mai assessore regionale; Paolo Ripamonti senatore; Sara Foscolo deputata; Stefania Pucciarelli senatrice; Flavio Di Muro deputato; Lorenzo Viviani futuro deputato (proprio al posto di Rosy); Giorgio Mulé, deputato; i consiglieri regionali Angelo Vaccarezza, Alessandro Piana, Giacomo De Paoli, Luigi De Vincenzi), ai sindaci del comprensorio, della costa e dell’entroterra, che hanno risposto in massa all’appello del sindaco di Albenga Giorgio Cangiano, ma anche il primo cittadino di Villalba (in provincia di Caltanissetta) che è venuto appositamente dalla Sicilia, le forze dell’ordine e il personale delle pubbliche assistenze del territorio, con tanto di mezzi istituzionali parcheggiati in fila, a lutto, sulla discesa che conduce alla chiesa. In prima fila, il marito di Guarnieri, Franco Vairo, medico ed ex funzionario Asl, e le due figlie, Micaela e Tatiana.
Il tutto, contornato da un sole splendente a fare da cornice ai numerosi presenti, in uno scenario ammantato dal silenzio, rotto solo dai rintocchi del campanile e da un lungo applauso all’uscita della bara dalla parrocchia. Un’emozione densa, stringente, al punto da provocare uno svenimento al sindaco di Garlenda Silvia Pittoli.
“Volevo iniziare dicendo grazie a voi familiari perché avete dato una bellissima testimonianza di amore e di affetto: avete circondato Rosy con le vostre attenzioni, l’avete coccolata, non l’avete mai lasciata sola e l’avete ‘distratta’ dalla sua malattia. Grazie di cuore perché ogni volta che veniva a trovarmi eravate lì e lei era orgogliosa di avervi vicino” ha detto il parroco don Armando, dopo la lettura di un brano tratto dal Vangelo secondo Giovanni.
“Rosy è morta sul cuscino dell’affetto dei vostri cuori. Abbiamo sentito in questi giorni le tante testimonianze su di lei da ogni parte. Lei era veramente una persona forte, determinata e ha sempre lavorato e faticato fino all’ultimo, anche durante la malattia, e si è sempre data da fare per gli altri. E alla fine è arrivato anche il titolo di onorevole, ma lei ha vissuto in modo onorevole tutta la sua vita”.
“Io conoscevo anche la sua vita intima, privata e spirituale, che forse si conosce poco: non appena ha saputo della sua condizione, della sua malattia, si è messa completamente nelle mani del Signore, si è lasciata condurre da lui e ha voluto subito prendere tutti i sacramenti. Quando sono andata a trovarla in ospedale, le ho detto: ‘Rosy, ma non ti annoi a stare in ospedale?’ Lei mi ha detto: ‘No, parlo con i malati e li incoraggio. Ieri una signora è venuta da me a parlare, era agitata e spaventata, e piano piano sono riuscita a farle ritrovare la serenità’. Anche negli ultimi giorni della sua malattia non ha mai recriminato, non si è mai lamentata, ma ha accettato la volontà di Dio rimettendosi a lui”.
“Negli ultimi tempi, nonostante la malattia, ha voluto prendere la Comunione a casa e mi diceva: ‘Venga a portarmi Gesù’. Una persona con tanta fede e preghiera: mancherà a tutti” ha concluso nell’omelia il parroco.