Savona. Hanno chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato i due imputati per il crollo di una parete della palestra delle scuole elementari di Laigueglia che, il 27 giugno del 2015, era franata sui binari bloccando anche la circolazione ferroviaria. La richiesta è stata formalizzata e accolta questa mattina in udienza preliminare davanti al giudice Francesco Meloni che ha fissato la prossima udienza a giugno.
A giudizio ci sono Alberto Pernigotti, in qualità di legale rappresentante della Codelfa spa, la società che aveva eseguito i lavori della palestra, e Giulio Fabrizi, il progettista e direttore dei lavori delle strutture in cemento armato precompresso interessate dal cedimento (i due sono assistiti rispettivamente dagli avvocati Edda Gandossi del foro di Milano e dall’avvocato Marco Balossino del foro di Alessandria). Per loro il pm Giovanni Battista Ferro aveva chiesto il rinvio a giudizio con l’accusa, in concorso, di disastro colposo.
In un primo momento il numero delle persone indagate dalla Procura di Savona era più alto, ma dopo l’incidente probatorio, alla luce delle conclusioni del perito nominato dal giudice, l’ingegner Ciccarelli, il pm aveva ritenuto di contestare l’accusa solo a Pernigotti e Fabrizi.
L’ipotesi degli inquirenti è che il cedimento sia stato causato da una serie di errori nella fase di progettazione e costruzione della palestra “L.Badaro” di via dei Cha (in particolare si sarebbe creata una micro fessurazione che avrebbe poi provocato delle infiltrazioni d’acqua). Il Comune di Laigueglia, che è assistito dall’avvocato Franco Vazio, risulta parte offesa nella vicenda e si costituirà parte civile nel processo.
La palestra era stata costruita alla fine degli anni ’80 e fino al momento della tragedia sfiorata non sembravano esserci mai stati segnali di un possibile cedimento. Invece, all’improvviso, appunto nel giugno del 2015, una parete era franata sui binari (la linea era rimasta bloccata per diverse ore prima che i tecnici delle ferrovie riuscissero a sgomberare i binari dai detriti). La palestra era rimasta a lungo sotto sequestro proprio per consentire di effettuare tutte le verifiche tecniche del caso da parte degli inquirenti. La Procura aveva anche acquisto tutta la documentazione relativa alla costruzione e manutenzione delle scuole elementari di Laigueglia.