Savona. Un anno di indagine dei carabinieri del nucleo investigativo dei carabinieri di Savona, guidati dal capitano Alberto Azara, si è concluso questa mattina con l’esecuzione di un provvedimento di custodia cautelare per dieci persone, cinque italiani e cinque egiziani, accusati dei reati di concorso in favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e falso per induzione.
I militari hanno accertato che per l’ingresso e la permanenza di stranieri sul territorio nazionale, con contratti di lavoro fittizi (grazie ad imprenditori compiacenti), gli immigrati pagavano cospicue somme di denaro, ottenendo così il visto per rimanere in Italia: almeno un centinaio i contratti di lavoro fasulli riscontrati nell’indagine condotta dal nucleo investigativo di Savona. Ma non solo: altro modo di favorire l’ingresso in Italia era quella dei matrimoni concordati con spose consenzienti, matrimoni fittizi in quanto dopo le nozze civili è stato accertato che non c’era mai una vera convivenza.
La mente del sodalizio secondo l’accusa era un egiziano residente a Loano, Ibrahim Bedir, mentre Ahmed El Din, un imprenditore, è stato bloccato dai militari all’aeroporto di Malpensa questa notte mentre rientrava in Italia. Entrambi sono in carcere, mentre gli altri arrestati, tra titolari di attività, le due donne “spose” che si sono prestate per il falso matrimonio e una donna che aveva fatto da testimone ad una delle cerimonie, si trovano agli arresti domiciliari: Giovanni e Giuseppe Auricchio, Saleh Abdellatif, Maria Grazia Lesena (testimone di un matrimonio fittizio), Mariangela Titone, Carmela Ester De Donatis e Mostafa Abdelhamid, oltre al braccio destro di Bedir, Ismail Mohamed.
Le ordinanze di custodia cautelare sono state firmate dal gip di Savona Fiorenza Giorgi su richiesta del pm Giovanni Battista Ferro. Nell’ambito dell’operazione, battezzata “Piramide”, altre quattro persone sono state denunciate a piede libero per gli stessi reati.
L’attività investigativa è iniziata nell’aprile dell’anno scorso. L’organizzazione era molto attiva nel reclutare in Egitto soggetti che volevano venire in Italia evitando i viaggi in barcone, ottenendo così un permesso di soggiorno temporaneo di 4 mesi al prezzo 5-6 mila euro per motivi di lavoro. In caso di proposte di assunzione per un contratto annuale la cifra poteva arrivare fino a 10 mila euro (lo stesso importo pagato per organizzare un matrimonio fasullo).
Lo straniero interessato riceveva la proposta di lavoro da parte di un imprenditore che autorizzava il viaggio in Italia, con l’Amasciata Italiana in Egitto che rilasciava così un visto di lavoro temporaneo. Le attività commerciali compiacenti erano in particolare bar, pizzerie, ristoranti, ma ovviamente, una volta che gli stranieri arrivano in Italia e completavano le pratiche per il permesso di soggiorno non venivano assunti.
In due casi, inoltre, anziché l’escamotage del contratto e della proposta di lavoro, l’organizzazione ha messo in atto anche due matrimoni fittizi, uno celebrato a Milano e un altro a Torino): in questo caso lo straniero ha ottenuto un permesso di soggiorno definitivo.
Il giro d’affari complessivo dell’organizzazione, secondo i carabinieri, ammonta a circa un milione di euro, dal 2013 al 2017.
Nessuna delle attività commerciali gestita dalle persone arrestate o coinvolte nell’indagine è stata destinataria di provvedimenti di sequestro, chiusura o sanzioni. Si tratta del ristorante “Marebello” di corso Italia a Pietra Ligure e del bar “Cafè” di via Nizza a Savona gestiti da Ibrahim Bedir, del ristorante “Il vascello 3” di via XX Aprile a Pietra Ligure di Ahmed El Din, del ristorante “La Svolta” a Pietra Ligur di Giovanni Auricchio, della “Taverna del pirata” in via delle Libertà a Pietra Ligure di Giuseppe Auricchio, del bar ristorante pizzeria “Soska” di Albissola Marina di Saleh Abdellatif, del ristorante pizzeria “Mamma mia” di piazza Martiri della Libertà a Pietra Ligure di Mostafa Nassar Shawky Abdelhamid.