La precisazione

Barista colpito con una chiave, il legale: “Un miracolo che non abbia perso l’occhio, ma non si può sminuire l’accaduto”

La perizia medico legale ha escluso che l'aggressore volesse uccidere, ma l'avvocato della vittima sottolinea che ci sono state "ripercussioni emotive e psicologiche"

Savona Tribunale

Savona. “E’ un miracolo che sia andato tutto così e che non abbia perso l’occhio, ma le conseguenze di quanto accaduto sono state comunque gravose”. A parlare è l’avvocato Rocco Varaglioti, il legale che assiste Alberto Novara, ovvero il ventiduenne di Tovo San Giacomo che nell’ottobre scorso è stato colpito con una chiave nell’occhio da un ventinovenne albanese, Dritan Hasani, davanti ad un locale di Finale Ligure.

A pochi giorni di distanza dall’udienza che si è celebrata davanti al gip Alessia Ceccardi per discutere l’esito della perizia medico legale (che ha escluso che il colpo inferto dall’aggressore potesse avere conseguenze mortali), il ragazzo, attraverso il suo legale, ha voluto far sapere che, indipendentemente dal fatto che nonostante la gravità della ferita lui non abbia perso la vista, quello che è successo lo ha inevitabilmente segnato.

“E’ vero che a livello giuridico si può discutere sul tipo di lesione subita dal mio assistito ed anche sulla reale volontà di uccidere da parte del signor Hasani, ma quello che è accaduto è stato scioccante per la vittima. Il fatto ha avuto delle ripercussioni emotive e psicologiche che non è giusto sminuire” prosegue l’avvocato Varaglioti.

“Alberto Novara è stato molto fortunato a non perdere l’occhio e, per stessa ammissione dei medici del San Martino che lo hanno avuto in cura ed anche del perito nominato dal tribunale, si è trattato di una sorta di miracolo. Il fatto che, fortunatamente, le conseguenze fisiche siano state limitate non deve far perdere di vista la gravità di quanto successo” aggiunge il legale della vittima dell’aggressione.

Hasani era stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio, ma l’esito della perizia (effettuata dal dottor Bonsignore nell’ambito di un incidente probatorio) aveva alleggerito la sua posizione. Il consulente tecnico d’ufficio infatti ha escluso che la chiave, usata come arma “impropria”, e il punto in cui è stata colpita la vittima potessero indicare una volontà di uccidere. Di conseguenza, il pm Giovanni Battista Ferro non contesterà più il reato di tentato omicidio, ma l’accusa sarà derubricata in lesioni volontarie gravissime. “Questo passaggio è ovviamente una questione giuridica significativa nell’ambito del procedimento penale che, a nostro giudizio, non deve però sminuire l’accaduto” conclude l’avvocato Varaglioti.

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