Rapporto burrascoso

Arrestato per stalking verso l’ex moglie, si difende dal gip: “Abbiamo discusso, ma non sono fuggito coi miei figli”

Nei guai è finito un albanese di 33 anni che oggi ha fornito la sua versione dei fatti: per ora resta in carcere

Tribunale Savona

Cairo Montenotte. E’ stato interrogato questa mattina per la convalida di arresto l’albanese di 33 anni, residente a Cairo, che venerdì è finito in manette con l’accusa di stalking nei confronti della ex moglie. Secondo l’accusa, l’uomo dopo aver discusso con la donna ed averla aggredita in mezzo alla strada ha finito per portarsi via in auto i due figli, di 4 e 9 anni. Una ricostruzione che, oggi, è stata contestata dal diretto interessato che ha deciso di rispondere alle domande del giudice Francesco Meloni per dare la sua versione dei fatti.

In particolare, l’albanese, che è difeso dagli avvocati Fabio Bruno Celentano e Cinzia Gnerre, avrebbe ammesso di aver discusso con la ex ed anche di averla spintonata (la donna era caduta per terra), ma ha negato categoricamente di aver sottratto i figli. Anzi sarebbe stato proprio quello il motivo del contendere: i bimbi, come stabilito dopo la separazione, venerdì e sabato scorso dovevano restare con il papà. Per questo l’uomo (come ha raccontato al gip) era andato a prendere il più grande a scuola e poi, nel pomeriggio, aveva contattato la ex compagna per recuperare anche l’altro figlio. Secondo la versione dell’arrestato, però, la donna non voleva che lui prendesse il bimbo più piccolo e da lì sarebbe iniziata la lite culminata con gli spintoni verso la ex e la cognata, intervenuta per difendere la sorella (entrambe sono state medicate e giudicate guaribili in tre giorni).

Poi l’albanese si era allontanato coi figli e la sua nuova compagna per andare a cena, ma (sempre secondo la versione dell’uomo) non ci sarebbe stata nessuna fuga tanto che, quando i carabinieri (chiamati dalla ex moglie) lo avevano contattato, lui gli aveva detto che sarebbe rientrato a casa entro pochi minuti. Una volta lì l’albanese era stato arrestato. Al termine dell’interrogatorio il giudice ha convalidato l’arresto, ma si è riservato di decidere sulla misura cautelare (per ora l’uomo resta in carcere a Marassi). I legali del trentatreenne hanno chiesto che gli vengano concessi almeno gli arresti domiciliari.

“In qualità di difensore della parte offesa, vorrei precisare che non solo la mia assistita non ha mai impedito all’ex marito di vedere i bambini, ma ha concesso al medesimo modalità e tempi di visita amplissimi, adeguandosi sempre alle sue richieste in continuo mutamento” spiega l’avvocato Elena Castagneto che assiste la compagna dell’uomo.

“Il signore non è nuovo ad episodi di violenza e persecuzione nei confronti della mia assistita, e venerdì sera non si è certamente limitato ‘a spintonarla ed a farla cadere a terra’, ma l’ha colpita ripetutamente e violentemente con calci e pugni, così come ha fatto con la cognata. Inoltre ha anche cercato di investire deliberatamente la mia assistita con l’auto. Questo è l’ennesimo di una serie di atti persecutori e violenti con il quale è stato certamente passato il segno, ed il fatto che il padre non comprenda quanto sia grave far assistere i minori a tali orribili atti ci costringe a richiedere l’adozione di provvedimenti di protezione e di tutela adeguati. I piccoli sono comunque ora tranquilli ed al sicuro con la mamma, e questa è la cosa più importante” conclude l’avvocato Castagneto.

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