Albenga. Si tratta di un materiale che si presta agli usi più svariati e che viene utilizzato in diversi campi, dall’edilizia all’elettronica passando per il settore artigianale. Inoltre, il suo valore sui mercati risulta persino più elevato dell’oro, al punto da avergli fatto guadagnare il soprannome di “oro rosso”.
Si tratta del rame, una merce davvero preziosa, e, per possederla, c’è chi è anche disposto a chiudere un occhio sulla sua provenienza, anche se si tratta di un luogo sacro.
È il caso di Albenga oggi, ma, negli anni, dell’intera Riviera, dove i furti di rame, in particolare nei primi anni 2000, erano divenuti talmente frequenti da generare il sospetto che a commetterli fosse un gruppo organizzato, ribattezzato “banda del rame”: tra i luoghi finiti del mirino dei malviventi all’epoca, anche il cantiere dell’ospedale Santa Maria di Misericordia, ancora in costruzione.
E adesso, l’incubo si è ripresentato all’ombra delle torri ingaune, dove i ladri hanno preso di mira il cimitero di Leca d’Albenga. I malviventi hanno agito venerdì scorso, in orario notturno. Celati dal buio, si sono introdotti nel camposanto ingauno e hanno fatto razzia di vasellame. Trenta i sottovasi in rame spariti nel giro di una notte dal cimitero. Ad accorgersene sono stati alcuni utenti, che hanno immediatamente segnalato l’accaduto al Comune di Albenga.
E l’ente, dopo aver svolto le verifiche del caso, ha deciso di sporgere ufficialmente denuncia ai carabinieri della compagnia di Albenga.