Le statistiche ci dicono che le cosiddette manifestazioni antifasciste frequentate massicciamente da stranieri di colore, regolari e non, sono diventate purtroppo una scusa, usata e abusata, per abbandonarsi a vandalismi di ogni tipo, danneggiamenti e ovviamente feroci aggressioni alle forze dell’ordine.
I maggiori protagonisti di questa violenza cieca e settaria sono i centri sociali che, appena si presenta l’occasione, arrivano a frotte da ogni angolo d’Italia e anche dall’estero, immagino chi paghi loro le spese di viaggio e di mantenimento, dato che prevalentemente questi soggetti non hanno reddito. Questi soggetti violentissimi non mancano mai, e non vedono l’ora di poter scatenare dei disordini ad ogni manifestazione a cui partecipano.
Queste dimostrazioni, che almeno a parole si richiamano in primis, all’antifascismo, poi al razzismo e in ultimo ai “valori” della costituzione danno la possibilità di mescolarsi a molte persone inconsapevoli di quello che in seguito accadrà.
Sono queste le parole d’ordine a cui si richiamano questi fancazzisti violenti, alimentati culturalmente e non solo, da varie associazione reducistiche partigiane che si beano di avere fra le loro fila questi torvi individui, mascherati, muniti di casco e mazza e bombe carta farcite di chiodi e bulloni come quelle usate nelle ultime manifestazioni. Questi gesti criminali si richiamano ad un brodo di coltura già visto negli anni 70, che fece da levatrice a quei gruppi armati denominati bierre e che tante vittime fecero tra onesti servitori dello stato, magistrati, giornalisti, imprenditori e anche cittadini.
La connivenza tra associazioni e questi individui, è altamente pericolosa per tutti: per la gente per bene, per l’arredo urbano, per gli agenti che devono fronteggiarli e anche per queste associazioni che danno ricetto a questi criminali.
Roberto Nicolick