L'intervista

Rifiuti, l’AD di EcoSavona: “Nostra provincia eccellenza italiana, dall’emergenza si esce solo col porta a porta”

E sul difficile momento di Ata commenta: "E' un bene comune, andrebbe aiutata da tutti"

Boscaccio impianto trattamento

Vado Ligure. “La provincia di Savona è l’unica ad avere il ciclo completo dei rifiuti, per cui è senza dubbio un’eccellenza italiana. La raccolta differenziata potrebbe migliorarlo efficacemente solo con il porta a porta“. Lo racconta Flavio Raimondo, amministratore delegato di EcoSavona: l’azienda gestisce la discarica più grande della Liguria, sulla collina di Boscaccio sopra Vado Ligure, autorizzata per il ricevimento di rifiuti urbani e industriali non pericolosi.

Guardando alla situazione dei rifiuti in Liguria Raimondo, come detto, individua una ricetta precisa per ulteriori passi avanti: “Il territorio ligure è ricco di impianti di secondo livello, mentre mancano quelli di primo livello. La discarica di Vado Ligure è un sito di bacino in cui sono conferiti i rifiuti urbani della provincia di Savona e della Città metropolitana di Genova: siamo un impianto completo per quanto concerne sia il trattamento che la discarica, certificata Emas. La verità, in materia di raccolta rifiuti, è che si può uscire dall’emergenza solo con l’avvio di una raccolta differenziata spinta, il cosiddetto ‘porta a porta’. È l’unica strada percorribile per cambiare la situazione“.

Raimondo è in carica da circa due anni: “Non posso nascondere che quando mi è stata affidata la società ho trovato alcune grosse criticità. Da allora la situazione è decisamente migliorata sia dal punto di vista economico che di rapporti con il territorio. Se da una parte infatti l’azienda oggi ha un corretto equilibrio finanziario, dall’altra ha radicato una collaborazione attiva con le comunità locali. La discarica ha una funzione di smaltimento controllato garantendo il sistema di gestione dei rifiuti. Si applicano sugli urbani della provincia di Savona i prezzi più bassi d’Italia per lo smaltimento, con un riflesso positivo sulla Tari. Inoltre, solo nel 2017 ha versato più di 5 milioni di euro al Comune di Vado Ligure. È molto più di una opportunità: è anche una risorsa. In generale, però, in Italia non esiste la percezione del rifiuto come una risorsa, ma come un mondo nero. Questo è profondamente sbagliato: come in ogni mercato ci sono le persone serie e quelle meno serie. Dare un’accezione negativa a prescindere arreca danno al mercato, ai lavoratori e alla comunità”.

Inevitabile uno sguardo all’attualità, che nel mondo dei rifiuti significa parlare della difficile situazione di Ata. “L’azienda municipalizzata savonese porta in discarica circa 21 mila tonnellate annue – rivela l’AD di EcoSavona – per cui deve essere considerata come un bene comune di tutti: svolge un servizio pubblico e di pubblico interesse, dunque dovrebbe essere aiutata da tutti senza prese di posizione o inutili personalismi“.

“Non conosco la situazione nei particolari – prosegue – però sicuramente se una ristrutturazione del debito è stata fatta per le banche, perché non lo può fare ATA? Quello che andrebbe messo in campo è una divisione dei contratti, piccoli ma ripetuti investimenti sui mezzi e altre iniziative per risollevare la situazione. Ci sono società di leasing che operano anche molto bene in questo settore, anche con società in difficoltà: si potrebbe pensare un possibile partenariato pubblico-privato con la maggioranza pubblica, ma con una gestione che possa prendere i benefici privatistici, così come una richiesta di collaborazione alle parti sociali che credo siano le prime ad essere preoccupate. Ci sono molti percorsi possibili, ma non posso entrare nel merito di altre società”.

La cronaca degli ultimi mesi ha visto anche una vera e propria escalation di incendi negli impianti di stoccaggio (14 negli ultimi 3 anni in Liguria, leggi l’articolo). “Occorre innanzitutto definire una linea – commenta Raimondo – Gli incendi in discarica sono un grande problema perché il rifiuto e ‘abbancato’ e la rottura o il danneggiamento dei presidi ambientali rappresentano un danno economico rilevante per la discarica. Gli incendi negli impianti non dovrebbero avvenire perché il rifiuto, bruciando, crea apprensione ai cittadini e limita l’operatività dell’impianto stesso. Sarebbero auspicabili prescrizioni, come le hanno le discariche: in questo modo se ne eviterebbero alcuni”.

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