Liguria. “E’ stata definitivamente annullata (non si è mai aperta, di fatto) la caccia in deroga allo storno, specie protetta, che la giunta regionale della Liguria aveva autorizzato a giugno 2017, affinché venisse effettuata tra il 24 settembre e il 15 dicembre 2017”. Ad annunciarlo è la Lega Abolizione Caccia, che aggiunge: “La sentenza numero 113 depositata oggi il Tribunale Amministrativo Regionale ha stabilito che ‘l’istruttoria svolta dalla Regione Liguria appare inattendibile, con conseguente illegittimità dei provvedimenti impugnati’. La Regione Liguria e quattro associazioni di cacciatori (costituitesi in giudizio) sono state condannate a liquidare alle associazioni ricorrenti, Lega Abolizione Caccia, Lav ed Ente Nazionale Protezione Animali, una somma di oltre cinquemila euro tra spese legali ed Iva. La delibera di giunta era già stata inizialmente sospesa dal Tar il 22 settembre 2017 e non è mai entrata in vigore”.
“Anche nel 2016 e nel 2017 analoghi confronti giudiziari avevano portato la Regione , ridicolmente ostinata a rinnovare di anno in anno la stessa delibera illegittima, ad altrettante sconfitte al Tar e al pagamento delle spese legali. Si tratta dunque della terza recente sconfitta legale sul medesimo argomento per l’assessore regionale Mai e la sua dirigenza”.
Gli ambientalisti parlano esplicitamente di “istruttoria sfacciatamente farlocca per favorire qualche centinaia di aficionados della contraerea agli uccelletti, sotto le mentite spoglie della tutela dell’olivicoltura. I legali delle associazioni ambientaliste (patrocinate dallo studio Linzola di Milano) hanno infatti agevolmente argomentato davanti ai giudici del Tar: che negli ultimi 7 anni la Regione Liguria non ha mai ricevuto vere richieste di risarcimento per eventuali danni provocati dallo storno all’agricoltura; che la Regione Liguria non ha mai risarcito danni agli agricoltori per causa dello storno, né ha mai organizzato sopralluoghi per effettuare verifiche sul campo; che la Regione non ha mai predisposto ‘particolari forme di vigilanza’ sulla caccia in deroga, come richiesto dalla legge venatoria statale”.
“Argomenti accettati dal Tar, che ha costatato come, in relazione ai dati forniti dall’Università, assai meno di un millesimo della produzione olivicola è oggetto delle attenzioni alimentari dello storno, ragion per cui non si può parlare di ‘gravi danni’ all’agricoltura, come riferito nell’atto amministrativo di via Fieschi. La delibera della giunta regionale del 2017 prevedeva la possibilità di uccidere in Liguria 10 mila esemplari di storno, con una quota abbattibile di 10 capi al giorno da parte di ciascun cacciatore autorizzato. E’ fondato il sospetto che le sole ‘segnalazioni’ di danno da storni, mai risarcite, pervenute alla Regione (71 in totale da tutta la Regione, provenienti da solo 12 comuni, in maggior parte con scarsissima olivicoltura, come Stella e Serra Riccò), peraltro non autoceritficate, siano da ricondurre a soggetti titolari di licenza di porto di fucile”.
“Del resto l’assessorato caccia regionale ha negato agli ambientalisti l’accesso a tutti gli atti allegati al fascicolo della delibera sospesa, forse per non far risultare i veri nomi di diversi ‘segnalanti armati’, una sorta di conduttori agricoli non troppo disinteressati alla doppietta”, concludono dalla Lac.