Villanova d’Albenga. Salire in montagna e sottoscrivere un patto antifascista. E’ questo l’invito che l’associazione culturale “Fischia il Vento” ha deciso di rivolgere un appello ai candidati di ogni partito.
Secondo i vertici dell’associazione, infatti, è fondamentale che gli aspiranti parlamentari savonesi “rinnovino un patto antifascista con i loro elettori: infatti quello che era impensabile fino a pochi anni fa sta accadendo, come la cronaca regista puntualmente”.
Il patto “contiene affermazioni che fino a qualche tempo fa sarebbero state considerate addirittura banali ma il cui rinnovo non è affatto scontato”. Si rende dunque necessario che i candidati imitino “i giovani che salirono in montagna a partire dall’8 settembre del ’43 per riconquistare dignità e libertà perdute”.
“Fascismo e nazismo furono crimini e non ideologie – ricordano dall’associazione – Evocarli, giustificarli o difenderli, direttamente o indirettamente con gesti, parole o altre forme di comunicazione, propagandarne i simboli, è un reato sancito dalla Costituzione e dalle leggi della Repubblica nata dalla Resistenza. Il rischio che quel male assoluto ritorni in tempi in cui è facile alimentare la paura è reale, e va combattuto sia con la forza tranquilla della democrazia nelle sue espressioni legislative, giudiziarie e di tutela dell’ordine pubblico, sia con una grande e capillare iniziativa culturale rivolta sopratutto alle giovani generazioni”.
“Nonostante ciò che prevedono la Costituzione, le leggi Scelba, Mancino e Minniti assistiamo ad un crescente e strisciante rigurgito del neofascismo, particolarmente amplificato e impunito sui social network. Se sarò eletto mi impegno a vigilare affinché le leggi in materia siano puntualmente e precisamente applicate, e a sostenerne di nuove ove si renda necessario”
Ecco dunque che “Fischia il Vent” propone a tutti i candidati di sottoscrivere il patto domenica 18 febbraio alle 9.30 a Vendone, in località Curenna, davanti al cippo che ricorda la prima volta che venne cantata Fischia il Vento il giorno di Natale del 1943: “A cento anni dalla nascita di Felice Cascione il gesto assume un valore simbolico, e ci pare che ci sia un gran bisogno di esempi positivi in questi tempi difficili. Come in quegli anni il problema non è il colore o l’appartenenza, ma il mantenimento di valori fondanti per la nostra comunità nazionale”.