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Elezioni 2018, il M5S lancia la “ligure d’adozione” Leda Volpi: “No alla privatizzazione degli ospedali”

Scelta con le "parlamentarie", punta su "curriculum e competenze in ambito professionale"

Savona. Neurologo, 38 anni, laureatosi in medicina e chirurgia con 110 e lode all’università di Pisa, dirigente medico a tempo indeterminato presso l’Asl1 imperiese e in servizio all’ospedale di Sanremo. E candidato del M5S alle politiche del prossimo 4 marzo. E’ questo il profilo (comprensivo anche delle ultime decisioni in ambito politico) di Leda Volpi, aspirante parlamentare del collegio plurinominale del ponente ligure.

Una carriera in ambito medico prima in Toscana e poi a Sanremo e ora la decisione di buttarsi in politica: “Non ho mai pensato di fare politica prima d’ora – spiega ai microfoni di IVG.it – Poi ho conosciuto il M5S e ho seguito quanto hanno fatto nel corso dell’ultima legislatura. Condivido soprattutto il codice etico che si è dato il Movimento, che è garanzia di trasparenza, di una politica nuova e pulita. Mi riferisco soprattutto ai principi riguardanti l’incandidabilità di chi ha riportato condanne penali, ai tagli agli stipendi d’oro, alla rinuncia ai vitalizi. Apprezzo l’idea di una politica in cui il cittadino sia partecipe delle scelte che poi per forza hanno ripercussioni nella sua vita, al fatto che gli eletti ricoprano incarichi per un massimo di due legislature e poi tornino alla loro vita e al loro lavoro, per un impegno politico a tempo determinato. Che però può influenzare la vita di tutti”.

La candidatura di Leda Volpi è nata in seno alle “parlamentarie”, che sono uno strumento a dir poco “particolare” per individuare i candidati: “Credo che le ‘parlamentarie’ siano un esempio di grande democrazia. Il fatto che gli iscritti al M5S possano votare direttamente chi poi andrà a rappresentarli è qualcosa di importante, che sarebbe bello fosse stato inserito anche nella legge elettorale. In questo momento di fatto non è possibile in nessun altro partito scegliere chi andrà poi nelle liste. Solo il M5S ha reso possibile la scelta dei candidati da inserire nel proporzionale. Per quanto mi riguarda, sicuramente è stato valutato il mio curriculum e sono state valutate le mie competenze nell’ambito della mia professionalità”.

Le “parlamentarie” hanno deciso chi sarebbe stato candidato, ma poi dove e come lo hanno deciso i vertici del M5S. Nel centro-destra si parla di candidati “catapultati” e ciò ha creato anche qualche screzio nella coalizione, ma anche il M5S da questo punto di vista ha “catapultato” un candidato, visto che Leda Volpi non è di Savona. “Io sono residente a Sanremo, mi sono trasferita dalla Toscana – spiega – Come Movimento ci siamo dati la regola per cui i candidati devono essere inseriti solo nelle liste della zona di residenza. Io sono ormai residente in Liguria. Spero di portare con le mie competenze e la mia professionalità qualcosa in più che possa agganciarmi ancora di più a questo territorio, che ormai è il mio territorio di adozione”.

Insomma, Leda Volpi si candida a rappresentare il M5S in un territorio che ormai è casa sua ma del quale non è originaria. Non tutti gli elettori, dunque, la conoscono. Viene da chiedersi come farà a superare questo ostacolo: “Purtroppo le problematiche in ambito sanitario si assomigliano tra loro e non dipendono dal territorio. Certe problematiche mi stanno a cuore e vorrei portarle avanti”.

In ambito sanitario, uno dei temi fondamentali è la privatizzazione degli ospedali: “Noi siamo contro la concorrenza sleale. Non vogliamo che la sanità pubblica sia affossata a vantaggio di quella privata. Niente da dire sul fatto che ci sia maggiore scelta, ma il cittadino deve poter scegliere e deve essere garantita l’equità di cura e le migliori cure possibili a tutti”.

Senza dimenticare il “duello” tra San Paolo e Santa Corona: “Penso che avere centri di alto livello sia importante, ma è anche importante ricordare che certe patologie hanno nel fattore tempo un elemento fondamentale. Io sono neurologa e nel mio campo l’ictus ha nel fattore tempo la discriminante principale. ‘Time is brain’ dicono gli americani. Bisogna arrivare in ospedale entro tempi stabiliti in maniera tale da ricevere nel minore tempo possibile la cura necessaria. Questi aspetti vanno tenuti in considerazione anche quando si considerano le realtà geografiche del territorio”.

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