Albenga. “Con il Pd di Albenga, non c’è mai fine al peggio: nel regolamento Cosap il pd ha inserito una modifica anticostituzionale contro la libertà di pensiero dell’individuo, e sulla vendita della farmacia comunale degli ingauni l’amministrazione comunale ha fretta di svendere ai privati”. E’ caustico come sempre il commento di Eraldo Ciangherotti, Ginetta Perrone, Rosy Guarnieri e Cristina Porro, i consiglieri comunali di Forza Italia e Lega ad Albenga, il giorno dopo una seduta che aveva all’ordine del giorno molte pratiche importanti.
La prima era una modifica al regolamento della COSAP che stabilisce come, per ottenere dal Comune di Albenga spazi ed aree pubbliche, si debba sottoscrivere una dichiarazione mediante la quale venga esplicitato il rispetto della normativa vigente posta a tutela della dignità e della libertà di ogni persona, dei valori antifascisti, on violenti, antisovversivi, antiterroristici, antieversivi ed anti integralisti. “Forza Italia e Lega Nord – fanno sapere i consiglieri di centrodestra – hanno respinto al mittente la proposta di modifica dell’art.5 del regolamento per l’occupazione di spazi e aree pubbliche (Cosap) con la ‘pappardella’ snocciolata dal Partito Democratico su espresso e arguto suggerimento dell’Anpi albenganese puntualmente presente in sala”.
“Al posto dello scioglilingua ‘anti’ a prescindere, ad eccezione che anticomunista, con il quale chiedono ai cittadini di sottoscrivere un’espressa dichiarazione farcita di ovvietà, abbiamo proposto una succinta ma concreta ‘dichiarazione di rispetto delle norme costituzionali a tutela della dignità e della libertà di ogni individuo’ – spiega la minoranza – Il Pd ha votato contro la nostra proposta legata ai valori della Costituzione repubblicana, preferendo mantenere un testo velleitario, confuso, fatto di nulla, incomprensibile tanto da suggerire al Pd di seguire un corso di italiano. Se non fossimo a conoscenza che la primogenitura di questo testo è targata Anpi, saremmo propensi a credere che ci sia lo zampino della sottosegretaria ‘Mary’ Boschi, già esperta della modifica alla nostra Costituzione, di cui al noto referendum 2016”.
Centrodestra polemico anche sulla decisione di vendere la farmacia comunale di via Dalmazia. “Cala la scure – tuonano i quattro consiglieri – Nonostante un valore economico maggiore (oltre 930 mila euro) attestato al secondo tentativo, essendo stato revocato il primo per motivi giudiziari, ieri sera la delibera comunale per l’alienazione era fortemente viziata. Mancava l’elemento essenziale e cioè alla deliberazione non era allegata la perizia di stima (predisposta ad hoc dal perito incaricato dal Comune) della quale i consiglieri comunali erano chiamati a votare l’approvazione”.
“Spiace – criticano i membri del centrodestra – che per la fretta di svendere un bene comunale, si continui a perpetrare negli errori, come nel caso della precedente perizia (di 730 mila euro circa) prima votata in Consiglio dal Pd e poi revocata dall’amministrazione comunale in quanto il consulente aveva omesso di dichiarare un rinvio a giudizio che lo vedeva protagonista nelle aule di tribunale. Doverosamente provvederemo a segnalare alle Autorità competenti quanto da noi eccepito in consiglio comunale ieri sera per le opportune valutazioni, vista la delicatezza e l’importanza della questione trattata in delibera”.
Ciangherotti, poi, è critico anche davanti al rifiuto di intitolare una via o una piazza a Giuseppina Ghersi, la ragazzina tredicenne “stuprata, seviziata e uccisa da tre partigiani comunisti nel 1945, all’indomani della liberazione. La maggioranza ha motivato questa scelta dicendo di voler evitare ‘un vero insulto agli albenganesi’ – spiega il forzista – Per il Partito Democratico di Albenga, intitolare una via o una piazza a una bambina violentata e trucidata è un insulto alla città. Che vergogna e quanta amarezza. Incredibile, ma vero. Tra il negazionismo di Mariangelo Vio, ex sindaco di Albenga per una manciata di settimane, e il ricordo dei martiri della foce tirato in ballo dal capogruppo del PD Emanuela Guerra e dal sindaco Giorgio Cangiano, quasi a dire che i partigiani hanno sofferto di più, è arrivata l’ardua sentenza”.
“Finché ci sarà Giorgio Cangiano con la sinistra al governo, Albenga non avrà mai una strada intitolata a Giuseppina Ghersi, perchè ‘sarebbe questo un vero insulto agli albenganesi’. Non ci sono parole – tuona Ciangherotti – Mi sono vergognato di ascoltare interventi politici da parte di consiglieri comunali del Pd che sembravano quasi giustificare la follia di quell’epoca nei confronti di una tredicenne accusata di essere una collaborazionista del fascimo, di fatto colpevole solo di aver ricevuto, il 18 gennaio 1945, un messaggio di plauso dalla segreteria del Duce per un tema svolto a scuola. ‘Pinuccia’ – come racconta il suo papà – viene dunque seviziata in ogni modo per alcuni giorni. Le spezzano le ossa, le rasano i capelli, la sfigurano e la massacrano finché non si riduce a un bambolotto disarticolato, con un filo di vita. Allora la finiscono con un colpo di pistola alla testa e gettano il suo cadavere nel mucchio di corpi di fronte al cimitero di Zinola. Le atrocità durante la seconda guerra mondiale vennero commesse da fascisti, tedeschi e da partigiani, solo i parrucconi lo negano. Si fanno chiamare ‘Partito Democratico’, hanno il destrorso mancato Renzi come segretario, alle primarie cercano i voti della destra, ma dentro di loro, per citare Silvio Berlusconi, sono ancora oggi come sempre dei poveri comunisti”.
Un plauso, invece, alla decisione del Pd di votare favorevolmente la proposta di Forza Italia di dedicare l’aula consiliare o altra sede istituzionale prestigiosa ai giudici Falcone e Borsellino, a 26 anni dalla strage. L’ex tribunale di Albenga, su suggerimento del sindaco, sarà intitolato ai due magistrati che hanno dato la loro vita nella lotta alla mafia. “Soddisfatti che questa decisione sia stata avanzata da Forza Italia e accolta dall’intero Partito Democratico” commentano i quattro consiglieri. Con questa decisione Albenga risponde a #PalermoChiamaItalia, l’iniziativa organizzata dalla Fondazione Falcone e dal Ministero dell’Istruzione per la commemorazione delle stragi di Capaci e via D’Amelio in cui hanno perso la vita, nel 1992, i giudici Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e gli uomini e le donne delle loro scorte, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Rocco Dicillo, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi, Antonio Montinaro, Vito Schifani, Claudio Traina.