Liguria del gusto

Cinquanta sommelier nelle cantine della Riviera per preparare l’esame da degustatori

"Liguria del gusto e quant'altro" è la rubrica gastronomica di IVG, ogni lunedì e venerdì

Liguria del Gusto

“Liguria del gusto e quant’altro” è il titolo di questa rubrica curata da noi, Elisa (alla scrittura) e Stefano (alle ricerche), per raccontare i gusti, i sapori, le ricette e i protagonisti della storia enogastronomica della Liguria. Una rubrica come ce ne sono tante, si potrà obiettare. Vero, ma diversa perché cercheremo di proporre non solo personaggi, locali e ricette di moda ma anche le particolarità, le curiosità, quello che, insomma, nutre non solo il corpo ma anche la mente con frammenti di passato, di cultura materiale, di sapori che si tramandano da generazioni. Pillole di gusto per palati ligustici.

elisa stefano pezzini

Cinquanta aspiranti Degustatori Ais della Liguria, sommelier già formati che vogliono diventare veri comunicatori del vino, hanno visitato due delle più prestigiose cantine della Riviera per conoscere più a fondo i vini Doc e Igt del Ponente ligure. Guidati da Marco Rezzano, già delegato Ais de La Spezia (grande conoscitore dell’enologia ligure e non solo), Giancarlo Alfano, delegato Ais di Savona e Augusto Manfredi, “guru” dei vini della Valle Arroscia, hanno visitato le cantine di Cascina Nirasca, a Pieve di Teco e quella di BioVio a Bastia d’Albenga.

“La giornata di full immersion è servita ai sommelier Ais che presto sosterranno l’esame per diventare Degustatori a conoscere vini antichi, tipici, di grande valore come l’Ormeasco, il Pigato, il Rossese di Campochiesa. Vitigni che, come tutto il movimento del vino ligure stanno conoscendo un grande successo. Un successo, devo dire, meritatissimo”, spiega Rezzano.

“Diventare Degustatore, per i sommelier che hanno già superato i tre anni di corso, significa fare un ulteriore passo verso la diffusione culturale dei nostri vini. I Degustatori, in questo caso quelli liguri, infatti, devono essere in grado di raccontare i vini del loro territorio, non solo dal punto di vista organolettico, olfattivo, di abbinamento al cibo, ma anche dal punto di vista storico e culturale. Per farlo, naturalmente, devono conoscere non solo il sapore del vino ma anche il territorio dove vengono prodotti, le cantine dei produttori, la storia dei vitigni”, aggiunge Giancarlo Alfano.

A Pieve di Teco, alla scoperta dell’Ormeasco declinato in tutte le sue versioni (rosso, sciac-trà, nulla a che vedere con l’omonimo delle Cinque Terre, passito o spumante) i sommelier sono stati accompagnati da Marco Temesio, che assieme al socio Gabriele Maglio conduce Cascina Nirasca, tra le vigne della tenuta a Pornassio, raccontando di come a volere la zona coltivata a Ormeasco (un clone del Dolcetto) furono, sette secoli or sono, i Marchesi di Clavesana, signori della vallata.

Pigato, Rossese di Campochiesa e gli altri Doc della Riviera sono stati invece raccontati da Caterina Vio, giovane sommelier figlia di Aimone, un pilastro dell’enologia ponentina, nelle vigne delle Marixe e nella cantina di famiglia a Bastia d’Albenga. Proprio nella cantina i futuri Degustatori hanno potuto constatare dal vivo gli abbinamenti dei vini rivieraschi con i piatti del Ponente preparati da Chiara Vio.

Le foto sono di Valentina Ferrari.

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