Provincia. Giovedì in Regione arriverà l’attesa firma da parte del ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda per l’accordo di programma sull’area di crisi complessa nel savonese, che sblocca circa 40 mln di euro di investimenti sul territorio. Questa mattina, dopo l’annuncio di ieri del presidente Monica Giuliano, si è riunito il “comitato di pilotaggio ristretto”, organo consultivo rappresentato da sindacati, enti locali e Unione Industriali di Savona.
“Non voglio entrare nel merito delle polemiche politico-elettorali di queste ore sui meriti per l’area di crisi complessa, ricordo solo che il provvedimento è arrivato dopo tante lotte e battaglie dei lavoratori, scioperi e cortei per le situazioni di crisi industriale e occupazionale” afferma il segretario provinciale della Cgil Giulia Stella.
“Ora bisogna concretizzare l’area di crisi complessa, con l’accordo di programma e i bandi: bisogna fare sistema per creare le condizioni di uscita dalla crisi di lavoro di questa provincia e portare sul territorio gli importanti investimenti” conclude Stella.
Per la Cgil lo sblocco dei fondi è una “notizia positiva, che arriva dopo 17 mesi di lavoro insistente da parte dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali savonesi, che oltre alla ‘denuncia’ della drammatica situazione dell’economia savonese sono stati capaci anche di costruire proposte per il rilancio e lo sviluppo del nostro territorio attraverso la piattaforma rivendicativa unitaria dell’ottobre del 2016”.
“Mettendo in campo uno sciopero ed una mobilitazione Cgil, Cisl e Uil di Savona insieme ai lavoratori dell’industria della provincia a maggio del 2016 hanno costretto le istituzioni locali (Regione Liguria in primis) a richiedere lo status di area di crisi industriale complessa al ministero, con l’obiettivo di rilanciare l’economia e ricollocare i lavoratori che negli ultimi anni hanno perso il lavoro”.
“Ora è necessario costruire concretamente il futuro di questo territorio, partendo proprio da questo primo importante tassello, evitando gli errori del passato, monitorando passo passo i bandi e quindi gli investimenti, che dovranno necessariamente servire per ricollocare e riqualificare i lavoratori espulsi dalle imprese negli ultimi anni”.
“Sono tanti soldi, ma è solo il punto di partenza – sottolinea Emanuele Guastavino della Uil – Adesso inizia la vera partita per questo territorio: ci sono tante manifestazioni di interesse delle aziende e con tanti altre risorse spendibili per il rilancio produttivo e occupazionale: bisogna fare presto”.
“Le aziende che verranno ad insediarsi nel savonese potranno avere indubbi vantaggi economici e di competitività, ma serve avviare un serio piano di infrastrutturazione e sfruttare le risorse in arrivo per la semplificazione e la formazione, quest’ultima indispensabile per la ricollocazione dei tanti lavoratori rimasti a casa in questi anni difficili” conclude Claudio Bosio della Cisl.