Lettera al direttore

11 anni

Angelo Vaccarezza ricorda Filippo Raciti: “Oggi 2 febbraio non è un venerdì come un altro”

Filippo Raciti

Sembra un venerdì come un altro.
Non per me.
Sono passati undici anni da quel 2 Febbraio 2007, ma il ricordo di quella Domenica non si cancellerà mai dalla mia mente.
Io sono da sempre un tifoso, amo il calcio, considero lo stadio un luogo di aggregazione, per famiglie, per ragazzi, considero il “gioco del pallone”, nella sua accezione più pulita, un importante esempio di regole, correttezza, rispetto dell’avversario per i nostri ragazzi.
Anche Filippo Raciti, Ispettore Capo della Polizia di Stato, in servizio durante il derby Catania Palermo, sono sicuro la pensasse così.
Sono sicuro che mentre si preparava per andare a lavorare, non immaginava quello che sarebbe accaduto.

Dobbiamo educare i nostri figli al rispetto dell’essere umano.
A non usare la violenza come soluzione, come stile di vita.
A non vivere lo sport come un occasione per scaricare la rabbia, a non immagazzinare le frustrazioni della vita per farle esplodere durante una domenica allo stadio.
Siamo esseri UMANI, ci differenzia dagli animali l’uso dell’intelletto.
La famiglia di Filippo Raciti, quel giorno ha perso tutto.
Un padre, un marito, un pilastro familiare.
È giusto questo? Nelle regole di chi la morte di un Servitore dello Stato è giustificabile?
Ricordare gli uomini come Filippo Raciti, oltre che un dovere morale, deve essere anche un insegnamento per i nostri ragazzi, perché mai più accadano cose del genere.
Perché la tua morte, Ispettore Capo Raciti, non sia stata invano.
#ilventoècambiato

Angelo Vaccarezza

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