Albenga. Ha compiuto quattro anni la tavola del cuore. Come si legge sulla pagina diocesana dell’Avvenire domenicale, in un articolo a firma di Eraldo Ciangherotti, il servizio della mensa per i poveri gestito dalla parrocchia del Sacro Cuore che aveva aperto per la prima volta i battenti il 27 gennaio 2014, grazie a don Gigi Lauro, riunisce un gruppo numeroso di volontari (nella foto) che a turno garantiscono ogni giorno una forza e una risorsa non indifferenti.
Ottanta persone si alternano, in squadre da 12 unità ogni giorno, per gestire i vari settori del servizio: cucina per la preparazione dei pasti, servizio ai tavoli, pulizie del refettorio, accoglienza degli utenti, rifornimenti delle provviste alimentari. In quattro anni, ad oggi sono stati distribuiti 35.919 pasti: 7752 nel 2014, 8838 nel 2015, 9207 nel 2016 e 10122 nel 2017. Quasi la metà dei pasti (il 49,3%) è stata distribuita a persone italiane, il 44,6% a nordafricani, il 6,4% agli europei, l’1,1% a sudamericani, lo 0,8% ad asiatici e infine il 3,3% a subsahariani.
“Questa iniziativa di solidarietà – commenta il parroco don Gigi Lauro – dopo quattro anni non fa che renderci grati alla Provvidenza che si manifesta nei volontari, nella gente che ci sostiene sia nel lavoro che nell’aiuto concreto come i tanti contadini che si ricordano, i panettieri e negozianti. Certamente non sono dimenticati e affidati tutti a chi non dimentica nulla”.
Le persone transitate almeno una volta alla Tavola del cuore sono state 1085, di cui 365 (33.6%) italiane e 720 (66.4%) straniere. Il raffronto tra le percentuali delle persone transitate e i pranzi erogati confermano che gli stranieri sono più saltuari e si spostano frequentemente, mentre un certo numero di italiani, tra cui diversi anziani, fruiscono pressoché quotidianamente della mensa. Tra gli stranieri i nordafricani sono 375 (34,6%), gli europei di varie nazioni sono 239 (22,0%), i sudamericani sono 30 (2,8%), gli asiatici 13 (1,2%), i subsahariani 63 (5,8%), anche qui con notevole incremento di nigeriani nel 2017 (9,8%).
“Protagonisti della mensa – spiega l’economo Claudio Tomat – sono anche coloro, e sono tanti, che donano le derrate alimentari che vengono usate giornalmente. In modo regolare o saltuariamente, negozi, panetterie, supermercati, bar, pasticcerie, agricoltori o semplici parrocchiani mantengono costantemente fornite le nostre dispense. Il nostro Parroco dice che la Provvidenza con noi ha un occhio di riguardo. Tant’è che gli ospiti, quando escono dopo aver pranzato, ricevono, per la sera, abbondanza di brioches, biscotti, latte, frollini, pane, yogurt. E, a volte, a seconda dei donatori, noci, prugne e fichi secchi, datteri, bibite e altro. Non possiamo che ringraziare tutti coloro che sentono il bisogno di aiutare chi ha bisogno”.