Neighborhood watch

Savona, a Madonna del Monte arriva il “Controllo del Vicinato”: firmato il protocollo tra Comune e comitato fotogallery

Gli abitanti non devono effettuare ronde o pattugliamenti, ma segnalare le situazioni sospette rilevate negli spazi comuni

Savona. E’ Madonna del Monte il primo quartiere di Savona ad aderire al “Controllo del Vicinato”, il progetto di “neighborhood watch” in cui gli abitanti di un determinato quartiere contribuiscono alla sicurezza comune tramite la creazione di gruppi di controllo delle aree pubbliche. Questa mattina a Palazzo Sisto è stato firmato il protocollo tra il Comune ed il primo comitato di cittadini formatosi proprio nella zona di Madonna del Monte. All’incontro erano presenti l’assessore alla sicurezza e alla polizia urbana Paolo Ripamonti, il consigliere comunale Elda Olin, il comandante della polizia municipale Igor Aloi, l’ispettore della polizia locale Cinzia Tei e Franco Sergio, presidente del comitato di Madonna del Monte.

“La firma di questo protocollo suggella un percorso iniziato qualche mese fa e che speravamo i cittadini potessero accogliere – spiega Ripamonti – Il consigliere Elda Olin, che ringrazio per il suo impegno, aveva proposto di varare anche qui da noi il progetto del Controllo del Vicinato. Il comitato di Madonna del Monte ha aderito alla nostra proposta quasi immediatamente. Ora speriamo che questo progetto possa fare da apripista per altre iniziative simili”.

I dettagli del progetto sono stati elaborati dal comandante Aloi, che spiega: “Il Controllo del Vicinato nasce nei paesi anglosassoni e rappresenta il contributo dei cittadini alle attività di controllo del territorio realizzate dalle forze dell’ordine. Gli abitanti non devono effettuare ronde o pattugliamenti, ma fornire un ausilio alla sicurezza partecipata di tutti effettuando attività di osservazione e segnalando ogni situazione sospetta ai referenti del gruppo, che poi si rapportano con le forze dell’ordine. Ovviamente in caso di emergenza l’invito è a contattare il Nue. Ma il Controllo del Vicinato è utile per segnalare anche problematiche di altro genere, come lampioni spenti, buche sulla strada o altro. Dal punto di vista dell’amministrazione, questo progetto crea un forte senso di appartenenza alla comunità e alla cosa pubblica. La presenza di un gruppo di Controllo del Vicinato all’interno di un quartiere viene segnalata con appositi cartello, in maniera che chiunque sappia che quella zona è sottoposta a controllo da parte degli abitanti. Personalmente ringrazio il nostro personale che non ha mai fatto mancare la propria adesione a questa iniziativa nonostante gli importanti carichi di lavoro a cui doveva già far fronte”.

Franco Sergi, presidente del comitato di Madonna del Monte, dice: “Ringrazio il Comune e la polizia locale per averci sostenuto in questo progetto, che io ritengo molto utile. Fin da subito abbiamo aderito con molto entusiasmo, iniziando un percorso che si concretizza oggi con la sottoscrizione di questo protocollo. Speriamo che questa iniziativa contribuisca all’affermazione della legalità. Negli ultimi due anni i furti sono diventati purtroppo la quotidianità del nostro quartiere. Come cittadini, avevamo iniziato a collaborare tra di noi creando una chat nella quale si segnalavano le situazioni più sospette. Dal punto di vista funzionale e sociale ci è servita molto, ha creato un forte legame tra gli abitanti del quartiere. E’ fondamentale che tra cittadini e forze dell’ordine ci sia collaborazione e l’auspicio e che questo concetto venga recepito anche tramite il Controllo del Vicinato. Se lavoriamo uniti, la delinquenza avrà vita difficile”.

Il consigliere Oiln ha chiosato: “Ringrazio l’assessore Ripamonti ed il comandante Aloi per aver creduto in questo progetto e per averlo portato avanti. La parola ‘vicinato’ vuole dire moltissimo. I vicini di casa sono figure che si aiutano e collaborano. Questa iniziativa sarà sicuramente un vettore di socialità”.

“Purtroppo – commenta Ripamonti – il protocollo sulla videosorveglianza non è stato recepito altrettanto positivamente. Forse i cittadini non hanno colto bene le potenzialità di questa strada. Ci vorrebbe un po’ più di partecipazione da parte della categoria degli amministratori, che forse non hanno colto i vantaggi che potrebbero ricevere con questo strumento”.

“La premessa per organizzare un gruppo di controllo del vicinato è quella di accordarsi tra vicini per sorvegliare in modo informale i propri spazi privati e gli spazi pubblici comuni e per creare un vicinato organizzato e solidale – si legge sul sito del Controllo del Vicinato – Il programma prevede l’auto-organizzazione tra vicini per controllare l’area intorno alle proprie abitazioni e gli spazi pubblici più prossimi. L’attività dei gruppi di controllo del vicinato è segnalata da appositi cartelli che hanno lo scopo di comunicare a chiunque passi nella zona interessata al controllo che la sua presenza non passerà inosservata e che il vicinato è attento e consapevole di ciò che avviene all’interno della propria area. Partecipare ad un gruppo di controllo del vicinato non fa correre alcun rischio, non richiede alcun atto di eroismo né alcuna attività di pattugliamento. I residenti continuano a svolgere le proprie attività, ma con una diversa consapevolezza del proprio ambiente”.

Gli obiettivi sono chiari: “Dove il programma del controllo del vicinato è attivo, i molti occhi dei residenti sugli spazi pubblici e privati rappresentano un deterrente contro i furti nelle case e un disincentivo per altri comportamenti illegali (graffiti, scippi, truffe, vandalismi, ecc.). Il programma prevede, oltre alla sorveglianza della propria area, l’individuazione delle vulnerabilità strutturali, ambientali e comportamentali che rappresentano sempre delle opportunità per gli autori di furti nelle case. La collaborazione e la fiducia tra vicini sono fondamentali perché s’instauri un clima di sicurezza che sarà percepito da tutti i residenti (anche da chi non partecipa al programma) e particolarmente dalle fasce più vulnerabili, come anziani e persone sole. Il senso di vicinanza, unito alla certezza che i nostri vicini non resteranno chiusi in casa di fronte ad un’emergenza, trasmette un forte senso di appartenenza e di sicurezza e rafforza i legami tra i membri della comunità. Anche le forze dell’ordine beneficeranno dei risultati di questo programma. Un dialogo continuo e sensibile tra esse e i residenti produrrà una migliore qualità delle segnalazioni da parte di questi ultimi e, in definitiva, dei loro interventi”.

“Tale attività deve essere largamente pubblicizzata, anche con l’installazione di appositi cartelli, in modo che i ladri ricevano il chiaro messaggio che in quella zona essi non passeranno inosservati e che non si esiterà a chiamare le forze dell’ordine in caso di comportamenti sospetti. I vicini organizzati in gruppi di controllo sono invitati a scambiarsi numeri di telefono e gli indirizzi email in modo di scambiarsi rapidamente messaggi ed avvisi. È importante avvisare rapidamente i vicini di ogni anomalia che si individua sul territorio. I vicini aderenti a un gruppo sono invitati a collaborare tra di loro e a essere reattivi ad allarmi che suonano, cani che abbaiano insistentemente, invocazioni di aiuto. A volte basta uscire di casa e dimostrare che il vicinato è attivo per dissuadere ladri e malviventi. Altrettanto importante è interagire con gli estranei. Se uno sconosciuto si aggira per le vie del nostro quartiere non guardiamolo con sospetto. Cerchiamo di collegarlo a un residente che conosciamo in modo che non rappresenti un problema. Se invece si tratta di un malintenzionato gli stiamo facendo chiaramente capire che la via è sorvegliata e che i suoi movimenti non passeranno inosservati”.

“I membri di un gruppo di controllo del vicinato sono invitati, durante le loro normali attività quotidiane, ad identificare le anomalie che potrebbero manifestarsi nella propria area e a segnalarle alle forze dell’ordine. Nessuno come la somma dei residenti di una data area ha una conoscenza (neanche le forze dell’ordine) minuziosa dei volti, delle abitudini, dei comportamenti e dei rumori della propria via. Dovrebbe quindi essere relativamente semplice, collaborando tra vicini, individuare le anomalie che dovessero comparire nell’ambiente conosciuto. Questo è possibile non solo nei piccoli paesi, dove il tasso di anonimato è basso e tutti conoscono tutti, ma anche nei grandi centri urbani, dove il controllo del vicinato può avere una diversa articolazione e vedere coinvolti nel programma anche soggetti diversi dai residenti (ad esempio gestori degli esercizi commerciali, autisti dei mezzi pubblici, ecc.)”.

Si tratta di un’iniziativa che per i Comuni non ha costi particolari: “Costituire un gruppo di controllo del vicinato è relativamente semplice. È sufficiente incontrarsi tra vicini e decidere di costituirsi in gruppo, come associazione di fatto. Non sarà necessaria alcuna richiesta, alcuna autorizzazione e alcuna spesa da sostenere. Per formalizzare la costituzione del gruppo, l’Associazione mette a disposizione dei moduli (scaricabili dal sito web) con i quali è possibile costituire un gruppo, creare una catena telefonica e raccogliere dati statistici sui furti avvenuti nella propria area. È buona norma notificare la costituzione del proprio gruppo alla polizia locale con la quale si possono sviluppare varie forme di collaborazione, non ultimo la custodia degli atti costitutivi e i dati statistici. Amministrazioni comunali, associazioni locali e privati cittadini, compatibilmente con la presenza dei volontari dell’Associazione nel loro territorio, possono chiedere supporto sia nelle fasi iniziali del programma sia nelle fasi successive. Nelle fasi iniziali i volontari possono partecipare ad incontri informativi con amministratori comunali, rappresentanti delle forze dell’ordine, associazioni locali e di categoria per illustrare il programma di controllo del vicinato”.

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