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Savona, gli “Amici dell’ospedale San Paolo” tracciano il bilancio del primo anno di attività

“Grandi successi per l’azione unitaria dei sindaci a favore dell'ospedale di Savona”

ospedale san paolo

Savona. Con la fine del 2017 il comitato “Amici dell’Ospedale San Paolo” ha chiuso il suo primo anno di attività ereditando i lavori dalle associazioni “Amici della cardiologia”, del Cresci e dell’Unms, che nell’aprile 2016 si erano accollate l’onere di studiare il problema dell’applicazione della Legge Balduzzi sul San Paolo.

Un’applicazione che, per quanto riguarda l’ospedale savonese, comportava un “grave rischio di depotenziamento, visto che l’operazione messa in atto dal governo Monti era legata al taglio dei finanziamenti al servizio ospedaliero in toto e alla sua riorganizzazione in base a standard internazionali. In questo contesto il San Paolo, diventando ospedale di base, rischiava di perdere gran parte dei suoi reparti, compreso fra l’altro l’emodinamica di formidabile qualità che ha salvato in questi anni la vita a numerosi cittadini”.

Anche alla luce di questo lavoro gli “Amici dell’ospedale San Paolo” si definiscono come “un comitato per il fare, non per il negare: un comitato per la popolazione e non contro qualcuno. Infatti gli scopi statutari del comitato sono: promuovere nell’opinione pubblica, nelle istituzioni locali, nei rappresentanti della società civile, il senso di appartenenza dell’ospedale San Paolo di Savona alla popolazione del Savonese, sensibilizzandoli sulla sua rilevanza strategica nella realtà sanitaria savonese; organizzare iniziative finalizzate alla valorizzazione dell’Ospedale San Paolo, della sua secolare storia e del suo futuro; contribuire a valorizzare, difendere e migliorare i livelli assistenziali ed organizzativi dell’ospedale San Paolo garantendo la salvaguardia dei precipui interessi di salute dei pazienti”.

Il direttivo del comitato dopo aver studiato la situazione giuridica ha fatto delle proposte alla Regione e ai sindaci. Nel contempo ha raccolto oltre 14 mila firme a sostegno dell’ospedale.

“I sindaci del distretto Savonese e di gran parte della Valbormida hanno trovato una straordinaria vocazione unitaria con ben 26 delibere nel luglio 2016 e 23 nel luglio 2017 proponendo iniziative concrete alla Regione per la salvaguardia della salute dei cittadini al fine di dotare il San Paolo delle necessarie risorse per far fronte in modo esaustivo alle emergenze dei due distretti, non ultime le vie di accesso al pronto soccorso pensando in particolare alla Valbormida. In questo quadro complesso i sindaci, con il consenso di tutti i gruppi consiliari, si sono fatti carico (al di là dei partiti, dei consiglieri regionali, dei parlamentari, dei sindacati) dei compiti che la Costituzione loro affida di rappresentanza e di tutela degli interessi del territorio”.

“Con il sindaco di Savona, portabandiera degli interessi della salute della popolazione del comprensorio, senza urla e strepitio, i Sindaci hanno utilizzato le vie di rappresentanza istituzionale quali le delibere di giunta e consiglio, per avanzare con successo richieste unitarie. È auspicabile che questa unitarietà, quanto mai necessaria, possa riproporsi in altri settori cruciali del nostro comprensorio”.

Con l’emanazione del piano sociosanitario 2017-2019 il San Paolo di Savona  è stato classificato Dea di I livello e ospedale di riferimento del territorio dell’Asl2 savonese: “I sindaci hanno ottenuto con la loro azione unitaria i seguenti obiettivi: l’indicazione di ospedale di riferimento del territorio dell’Asl2 mission straordinariamente nuova rispetto ai trent’anni trascorsi (il San Paolo è e sarà il riferimento ospedaliero per tutta la provincia); il mantenimento del Dea di primo livello con le strutture adeguate alla medicina moderna; hanno scongiurato il depotenziamento del San Paolo in ospedale di base”.

Questi risultati rappresentano “una formidabile base di partenza per i sindaci per costruire unitariamente il futuro del San Paolo nel contesto di una politica sanitaria per le nostre popolazioni e per i nostri turisti. In questo contesto hanno ancor più significato le richieste di oltre 14 mila cittadini riprese dalle delibere dei sindaci per dotare il San Paolo di un vero ed efficace centro ictus, una radiologia interventistica per la cura delle emergenze con la strumentazione necessaria; un servizio di chirurgia vascolare per le urgenze/emergenze”.

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