Cairo Montenotte. Nessuna contaminazione dei filtri dell’acqua da parte del batterio Escherichia Coli, ma una “semplice” epidemia su larga scala di gastroenterite. Ecco il responso al termine delle analisi sui filtri delle vasche di stoccaggio della Scuola di Polizia Penitenziaria di Cairo Montenotte dopo l’infezione che mercoledì scorso ha colpito oltre 170 allievi, costringendo il 118 ad allestire in fretta e furia un punto di primo intervento all’interno della caserma.
In un primo momento, complice la “psicosi diossina” a tre giorni dall’incendio alla Fg Riciclaggi, molti residenti avevano temuto una contaminazione dell’acqua; ma Asl e Comune avevano subito escluso problemi alla rete idrica cittadina. L’ipotesi era dunque lievemente mutata: per gli allievi della scuola si pensava sempre all’acqua come veicolo di diffusione dell’infezione, ma sul “banco degli imputati” erano finite le vasche in cui veniva immagazzinata e, nello specifico, i filtri utilizzati. Una teoria che nei scorsi giorni sembrava aver trovato conferma: le analisi di laboratorio svolte nei laboratori di Arpal avevano evidenziato la presenza di un batterio, l’Escherichia Coli.
In seguito a quel responso, la Procura della Repubblica di Savona aveva disposto il sequestro dei distributori e dei filtri per ulteriori accertamenti peritali in grado di chiarire la vicenda. I risultati arrivati oggi, però, hanno totalmente cambiato lo scenario: a causare agli allievi quei forti dolori gastrointestinali non è stata una contaminazione dei filtri, si è trattato invece di una epidemia su larga scala.
A rivelarlo un dettaglio decisivo: nei campioni di feci dei malati non è stato trovato lo stesso batterio presente sui filtri, prova dell’assenza di un collegamento tra il malessere e i filtri stessi. A questo punto anche l’inchiesta per violazione delle norme sulla conservazione degli alimenti è destinata a chiudersi.